Al di là del fatto che in due giorni (17 - 19 febbraio) il cross rate euro/dollaro è passato da 1,3800 ai livelli di stamani di 1,3500 (ore 11.00) e che sta scendendo senza sosta da inizio gennaio (massimi intorno ai primi di dicembre 2009 poco sopra 1,5100) il mio pensiero è che se prima era troppo sopravalutato oggi penso sia troppo basso. Sono in ballo alcuni semplicissimi aspetti per capire se ci sarà un recupero nel breve - medio termine (diciamo almeno intorno ai 1,4200 ....come io presumo):
1) Il rialzo dei tassi, in questo caso quello Usa ieri di 0,25, peraltro già fatto ben intendere qualche giorno fa dal segretario al Tesoro Usa Tim Geithner non fa che alimentare in buona parte nell'intraday o giù di lì la speculazione e in parte invece un realistico flusso di capitali che trovano più conveniente l'investimento denominato in $
2) Conterà in futuro lo spread tra le due valute. Per inciso, ma ci credo davvero poco ...ma mai dire mai, a quanto bisognerebbe alzare i tassi Usa sui treasuries per renderli davvero appetibili ? L'unica fortuna, ma è proprio una battutaccia, sarebbe un forte timore d'inflazione (causato da un notevole surriscaldamento dell'economia Usa) che coniugherebbe con tassi alti la difesa del potere d'acquisto da una salita dei prezzi e l'appetibilità di investimento estero in $ - certo ... in questo caso non ce ne sarebbe per nessuno con dollaro alle stelle sull'euro....ma se non è fanteconomia poco ci manca) anche se poi l'Europa non starebbe di certo a guardare.
3) Importante sarà anche la politica del Paese/Area in questione di valorizzazione o meno la propria valuta al di là di fattori oggettivi di mercato. Cioè un dollaro o un euro forti significano esportazioni più difficili. Non a caso Trichet diceva, quando il cross rate euro/dollaro era intorno a 1,5000, che un ulteriore apprezzamento della moneta di Eurolandia "sarebbe stato un problema" facendo intendere, non si bene come, provvedimenti per disincentivarne la salita.
4) Ma il problema centrale che a mio avviso depone a favore di un apprezzamneto dell'euro (dai livelli di oggi) è la qualità del debito pubblico (e privato) tra Usa ed Europa che (sempre secondo me) è a favore della seconda al di là delle caratteristiche di ripresa dell'economia reale che, come ben noto, in Usa sono potenzialmente più elevate data la sua elasticità agli stimoli e con un mercato del lavoro sempre molto reattivo a cogliere nuove occasioni.
5) Ultimo aspetto non da poco. E' nel libro dei sogni o la tanto evocata "Nuova Bretton Woods" potrebbe stabilire davvero nuove regole nella finanza internazionale e di conseguenza un regime dei cambi basato su nuovi "patti"? Forse non saranno più come il Gold Standard ma si dovrà comunque coniugare una realtà finanziaria planetaria molto complessa (è vero) facendoci però correre minor rischi di quelli (eccessivi) passati fino ad ora.
Aspettiamo quindi a dare per morto l'euro quando, dopo una buona dormita, ci si può svegliare più lucidi e fare ragionamenti da "ragioniere" forse un pò freddi e banali ma sempre efficaci e realistici !!!
Nessun commento:
Posta un commento