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L'India la più reattiva delle economie nel dopo crisi

Torino, 10 febbraio 2010

L'India ancor più della Cina guida la ripresa dell'economia con una crescita che nel 2010 registrerà ben il 17% (rispetto al 10% del Paese di Pechino). E' quanto emerge dal 'Merrill Lynch Wealth Management Year Ahead 2010.
Mi è sembrato opportuno porre alla vostra evidenza quanto riportato dal sito  AsiaNews.it, http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=17579  del 9 febbario 2010 anche se con dati un meno ottimistici.
Ecco il testo.

In India la crescita è trainata da manifatture e miniere, mentre è in difficoltà l’agricoltura, dopo i peggiori monsoni da 37 anni. Ma il problema potrebbe essere l’ inflazione che cresce rapida, specie per i generi alimentari.
L’Organizzazione statistica centrale indiana prevede una economia indiana in ripresa e con una crescita complessiva del 7,2% nell’anno fiscale, che finisce a marzo 2010. Nei dati rilasciati dal governo il 7 febbraio, le manifatture (+8,9% rispetto al +3,2% dell’anno precedente) e le miniere (+8,7% contro il +1,6% del 2008/09) sono indicati come settori trainanti, mentre per l’agricoltura è prevista una contrazione dello 0,2%, dopo che nel 2009 ci sono stati i peggiori monsoni degli ultimi 37 anni. Conformi i dati della centrale Reserve Bank of India, che si aspetta un Prodotto interno lordo in crescita del 7,5%.
Il dato mostra che la terza maggiore economia dell’Asia sta superando la crisi finanziaria globale e si propone per un ruolo di traino per l’intera economia mondiale, specie dei Paesi occidentali ancora in difficoltà.
Montek Singh Ahluwalia, vicepresidente della Commissione indiana per la pianificazione economica, si spinge a prevedere una crescita non inferiore all’8% anche nel prossimo anno fiscale: cosa che porterebbe il Paese vicino ai livelli del 2007, anno della sua massima espansione economica. Peraltro anche lui, come tutti gli esperti, invita alla prudenza e ad attendere i successivi esiti. La convinzione diffusa è che la ripresa sia molto dipesa dai finanziamenti erogati dal governo, per cui si attende di vedere cosa succederà quando gli “stimoli” finanziari cesseranno. Altri esperti dicono che il recupero è ancora iniziale e che è ancora “troppo presto” per togliere questi stimoli e invitano il governo a proseguirne l’erogazione.
La principale preoccupazione è ora il controllo dell’inflazione, che ha ripreso a crescere e che minaccia effetti devastanti sulle classi più povere della nazione di oltre 1,1 miliardi di persone. L’inflazione è stimata essere tra l’8 e il 10% nell’anno fiscale, ma nel settore alimentare si attesta intorno al 17%, secondo i dati ufficiali. Esperti ritengono che l’effettivo aumento dei generi alimentari sia anche maggiore e che, soprattutto, ci sia stata una brusca impennata dei prezzi nelle ultime settimane, che non mostra di fermarsi. Il governo risponde che il Paese non rischia carestie e che la situazione dovrebbe migliorare nei prossimi mesi, con i nuovi raccolti.
Chetan Ahya, economista della Morgan Stanley, commenta al Financial Times che nel 2010 la crescita è stata soprattutto trainata dalle misure politiche, mentre “nel 2011, anche se i politici toglieranno in modo progressivo il sostegno monetario e fiscale, prevediamo una sostenuta ripresa”.
Analisti osservano che questi dati sono, comunque, solo tendenziali e che il dato reale sarà noto solo tra diversi mesi. Comunque tutte le stime concordano che sia in atto una rapida ripresa, anche se indicano dati meno ottimisti del governo. Secondo una recente analisi della Barclays Capital (“Global Outlook: Green shoot have arrived”), il Pil indiano è cresciuto del 4% nell’anno solare 2009 e aumenterà del 6% nel 2010, dopo che era stato del 9,1% nel 2007 e del 6% nel 2008. Il gruppo prevede soprattutto una prossima ripresa del settore industriale, perché ritiene che ora la domanda di prodotti superi la produzione.

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