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In arrivo dopo mesi il rialzo dei tassi ?

Torino, 11 febbraio 2010

Bernanke, presidente della Fed, ha depositato ieri al Congresso il testo del discorso che farà quando sarà passato il maltempo sulla capitale Usa.
Il suo messaggio è molto chiaro: "sarà molto probabile, a breve, un aumento del tasso di sconto anche se contenuto". Lo 0,25 % presumo sia il dato più probabile e dovrebbe avvenire nella riunione Fomc negli ultimi giorni di febbraio.
Gli obiettivi del rialzo dichiarati sono:
- riduzione dell'eccesso di credito in circolazione nel sistema finanziario (per evtitare timori inflazionistici se c'è ripresa) facendo salire il tasso pagato agli istituti che lasciano i loro eccessi di liquidità presso la banca centrale per farsì che gli istituti di credito preferiscano questa modalità di investimento rispetto ai prestiti a privati e aziende; 
- aumento dello spread tra il tasso di sconto che la Fed determina alle banche per i fondi di emergenza e i tassi interbancari a breve;
- deterrente contro potenziali bolle sui mercati (l'indice NYSE è passato da metà marzo 2009, valore 4250 ad oggi , 11 febbraio, a 6820, il + 60,47%, il massimo si registrò nell'ottobre 2007 con un valore di 10.311,61);
- diminuire la possibilità di speculazione interbancaria.
Come dato puntuale si ricorda che attualmente giaciono presso la Fed oltre 1100 miliardi di dollari depositati da istituti privati su cui la Fed paga lo 0,25%.

Cosa farà la Bce ? Proprio oggi è uscita la  consueta indagine trimestrale della Bce che segnala (tramite un panel di economisti di banche e istituzioni private consultati per l’indagine):
- un tenue miglioramento per le prospettive di crescita economica nell’area euro (l '1,2 %, contro il più 1 % di tre mesi fa, mentre sul 2011 la previsione media resta al più 1,6 per cento);
- non rilevanti timori sull’andamento dell’inflazione anche se qualche segnale di rialzo c'è ( più 1,3 per cento per il 2010 e un più 1,5 per cento nel 2011);
-  timori di squilibri di bilancio notevoli e in forte aumento 
 
Infatti  il fabbisogno pubblico consistente di molti Paesi, dice l'indagine, «potrebbe innescare repentini cambiamenti del clima di fiducia dei mercati, determinando tassi di interesse a medio e lungo termine meno favorevoli, frenando così gli investimenti privati e indebolendo le basi per una crescita sostenuta». Un disavanzo e un debito pubblico consistenti «eserciterebbero inoltre ulteriori pressioni a carico della politica monetaria, minando la credibilità» del trattato europeo e del patto di stabilità.
 Il successo delle strategie di riequilibrio dei conti, prosegue  l'indagine «dipenderà essenzialmente anche dall’esistenza di norme di bilancio e di istituzioni nazionali adeguate e richiederà trasparenza delle procedure di bilancio, nonchè statistiche di finanza pubblica complete e affidabili».

Eurolandia si trova  alle prese con problemi di non poco conto come i debiti di Grecia e in misura minore di  Spagna e Portogallo. Non sono ancora usciti i dati del Pil dell'ultimo trimestre 2009 come invece negli Usa (che ha visto un + 5,7 %, superiore alle attese) e non c'è quella mole di liquidità come negli Usa con pericoli inflazionistici. Inoltre c'è uno spread tra dollaro  ed euro del + 0,50 a favore del secondo (tasso di riferiemento  Bce + 1% preso il 13 maggio 2009 e  tassi guida Usa vicino ai livelli minimi storici dello 0.00%-0.25 % fermi su livelli minimi storici dal 16 dicembre 2008. In quell'occasione il tasso di sconto, ovvero l'interesse che le banche devono pagare alla Fed, e' stato abbassato allo 0.5%, dove da allora e' rimasto - guarda dati e grafico sul link a destra in alto di questa pagina "costo del denaro ...nel mondo").

In conclusione a mio avviso la Bce nella riunione dei primi di marzo non aumenterà il tasso di riferimento perchè non sussistono per il mese di marzo motivi per frenare una ripresa ancora debole.

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