Se come ricordato nel "post" Ripresa o Deflazione? l'attuale crisi aveva già in sè i prodromi di una probabile destabilizzazione del ciclo a causa di un eccesso di produzione di beni di consumo nei Paesi industrializzati, peraltro già nata negli anni tra fine'90 e quelli del nuovo millennio nei Paesi industrializzati, il mondo della finanza cattiva (quella speculativa all'eccesso) ha avuto il demerito di dare la spallata definitiva per l'inizio del tracollo a cui abbiamo assistito nel 2008 con conseguenze nel 2009 anche sull'economia reale. E' vero che sono stati i mutui subprime ad innescare il processo negativo ma quanta giungla c'è nella finanza internazionale? Un bel punto di riferimento su questo tema che davvero vale la spesa è la lettura del libro di Luciano Gallino dell'Università di Torino e sociologo industriale di fama dal titolo "Con i soldi degli altri" sottotitolo Il capitalismo per procura contro l'economia, Editore Einaudi, euro 17. Vi darò solo qualche spunto per farvi intuire quale sproporzione ci sia tra economia finanziaria e quella reale e sulla quale sarebbe interessante discutere.
1) Una massa di risparmio equivalente al Pil del mondo viene gestita da enti finanziari quali fondi pensioni, fondi di investimento, assicurazioni, hedge funds e altre strumenti derivati (spesso nati solo come protezione al rischio d'impresa, tipo valute, materie prime, etc e poi degenerati in super strumenti speculativi)a loro completa discrezione.
2) Gli investitori istituzionali hanno oggi in portafoglio oltre la metà del capitale delle imprese quotate.
3) Nel tutelare gli interessi dei risparmiatori sono in genere indifferenti alle conseguenze sociali degli investimenti che effettuano. Non a caso ho recepito ieri in modo quasi "sconsolato" e "nervoso" la presa di posizione del presidente Usa Obama di far rientrare i capitali prestati alle maggiori banche Usa che erano andate in crisi scagliandosi ancora una volta contro i bonus miliardari degli amministratori. Leggi altrimenti come l'ultima riunione del G20 su questo tema non abbia ancora prodotto risultati a livello mondiale.
Uno studio del senato francese l'ha chiamata "ascesa al potere" degli investitori istituzionali. Come dargli torto guardando alla dinamica dei numeri. Nel 1992 essi gestivano in totale, nei Paesi Ocse, poco più di 15 trilioni di dollari. Nel 2002, alla fine di un decennio che fu il più prospero delle borse mondiali, quando la crescita del loro portafoglio rallentò un poco a seguito della crisi finanziaria esplosa in Usa a fine 2001 con il crollo della Enron, esso superava già largamente i 40 trilioni. Con la forte ripresa del mercato borsistico verificatasi tra il 2003-2004 e il 2007 e l'aumento del numero di sottoscrittori i capitali da loro gestiti sono ulteriormente cresciuti, in appena un lustro, ad un ritmo impressionante: oltre il 32% in totale, pari a 13 trilioni di dollari.
Il libro davvero ricco di dati puntuali è fonte di mille spunti e sollecitazioni.
Salve. Da sempre appassionato di cose di economia mi piacerebbe avere qualche spiegazione tra la cosidetta economia reale e quella finanziaria. Mi puoi dare qualche informazione in più? Grazie. Alberto
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