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Un commento ai dati Istat sulla disoccupazione giovanile

Torino, 19 maggio 2011
A) Il calo del numero dei giovani in età 15 - 34 anni (popolazione residente) è un fatto demografico. Ho in mano una statistica al 1° gennaio 2010 e al 1°gennaio 2002. Il totale è rispettivamente (maschi e femmine) di 13.793.850 e 15.119.986 cioè una differenza di 1.326.136 il 9,80% in meno. Curiosamente tra i 15 e 18 anni non c'è stato calo tra il 2002 e il 2010 anzi un aumento. Così nel periodo più recente nel 2009 c'è stato un incremento per quelli di anni 34: 918748 nel 2002 e 919467 nel 2010. Il fenomeno colpisce soprattutto la fascia 19 - 33 con punte in ordine di grandezza di circa 150.000 unità tra i 26 e 30 anni. Poca la differenza per esempio per i 21enni (-20.504) e di nuovo relativamente bene per i 33enni (-36.176). Sembra dunque un fenomeno a U dove il picco è concentrato nella fascia più mediana. Letti al contrario, cioè partendo dai più adulti e guardando a classi da inserire nel mercato del lavoro più in avanti i dati dei più giovani (15-18) in aumento potrebbero far ben sperare. Se infine confrontiamo la classe 1 - 14 anni c'è di nuovo un fenomeno positivo (+ 40.000 medio) per la fascia 1-9 anni mentre c'è un piccolo deficit (2010 rispetto al 2002) tra i 10 e 14 anni di circa - 8.800 medio.
B) Per quanto riguarda la non ricerca di lavoro ci possono essere due versioni entrambe valide. 1) il fenomeno di chi non ricerca lavoro è in effetti figlio della delusione per un mercato che non dà soddisfazione e si viene presi dalla frustrazione e si rinuncia 2) Studi dicono che il rapporto della famiglia italiana patrimonializzazione/numero figli in casa è tra i più alti al mondo, 5 volte gli Usa e superiore comunque ad altri Paesi europei. Questo vuol dire che si può sempre sperare per il contingente e/o per il futuro in qualche aiuto familiare che è una soluzione = protezione per il momento. E' come avere una polizza per il futuro forse più che per l'immediato. Infine c'è da tener presente che la globalizzazione ha indotto a notevolissime trasformazioni sul mercato del lavoro sia per quanto riguarda il numero dei "ricercati" sia la tipologia delle figure professionali con ampi divari tra, ad esempio, un laureato in ingegneria e quello in giurisprudenza.
Per ulteriori analisi visitare il sito del Censis al seguente indirizzo:
http://www.online-news.it/2011/05/17/censis-la-laurea-non-paga-indagine-sui-giovani-e-il-mercato-del-lavoro/

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