Torino, 27 maggio 2011
Ritorniamo sui temi demografici. Fa sempre impressione parla di 9 milardi di "cittadini del mondo" nel 2050.
Risorse naturali (aliemetari e acqua), spazi geografici, aree vivibili in seguito ai cambiamenti climatici, lavoro ...migrazioni ? lotte o integrazioni interculturali ? quale modello dis viluppo e dove ? Traguardi che sembrano lontani ma a cui si deve provvedere già da oggi.
La popolazione mondiale supererà quota 9 miliardi entro il 2050. La stima proviene dal rapporto dell‘Onu 2008 Revision, pubblicato nel marzo scorso (nel link del titolo lo studio in pdf di 87 pagine). Attualmente, vivrebbero sul pianeta 6,8 miliardi di persone, che arriveranno a essere 7 miliardi entro il 2012 e, appunto, supereranno quota 9 miliardi entro il 2050.
La quasi totalità dei 2,3 miliardi aggiuntivi arriverà dai paesi in via di sviluppo, che dagli attuali 5,6 miliardi passeranno, nel giro di 40 ann,i a 7,9. Ciò è dovuto, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, essenzialmente a due fattori: innanzitutto un maggiore tasso di fertilità, che oggi arriva nei paesi in via di sviluppo a 2,73 figli per donna, con punte del 4,39 nei paesi meno sviluppati. Questi valori sono comunque destinati a scendere fino a 2-2,5 figli per donna entro il 2050, grazie alle politiche per la programmazione delle nascite.
In secondo luogo, la popolazione mondiale crescerà di più nei paesi in via di sviluppo perché essi godono di un’età media molto più bassa: basti pensare che i bambini sotto a 15 anni sono il 29% del totale, con un ulteriore 19% di giovani tra i 15 e i 24. In numeri assoluti ciò vuol dire che in quei paesi vivono all’incirca 1,7 miliardi di bambini e 1,1 miliardi di giovani.
Nei paesi più sviluppati la situazione si capovolge. Nei prossimi quarant’anni la popolazione rimarrà pressoché invariata, passando da 1,23 a 1,28 miliardi, e sarebbe addirittura decresciuta a 1,15 se non fossero previsti ingenti flussi migratori dai paesi in via di sviluppo. Ciò è dovuto alla bassa fertilità, solo a 1,60 bambini per donna, e a un’età media molto più alta, con i bambini al 17% e i giovani al 13%. Inoltre, se il numero di bambini sembra destinato a rimanere invariato intorno ai 2oo milioni, entro il 2050 il numero dei giovani potrebbe decrescere dagli attuali 160 milioni a 134.
Questo quadro pone sfide parallele e opposte ai due angoli del pianeta. Da un lato, i paesi ricchi dovranno prendere provvedimenti se vorranno evitare che la loro popolazione invecchi uteriormente. Dall’altro, i paesi in via di sviluppo saranno chiamati a adottare politiche di programmazione delle nascite efficaci, anche perché, se così non sarà, le stime potrebbero essere riviste al rialzo, arivando a ipotizzare una popolazione di oltre 10 miliardi entro il 2050.
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