Certo è una bella guerra tra euro e dollaro. Da un lato sono sempre dietro l'angolo le insidie per l'Euro se si guarda soprattutto alla Grecia. Si vuole evitare la parola "ristrutturazione" ma finchè lo "spettro" si aggira in particolare tra i mercati finanaziari non c'è da stare tranquilli anche, se come più volte qui ribadito, ci sono più ragioni per un duro e lungo rientro dei debiti di un pò tutti i Paesi di eurozona e questo è sempre ribadito da chi conta nelle Istituzioni finanziarie Ue e dai governi in quistione. Il dollaro patirà invece di più ed è proprio oggi un giorno significativo per gli Usa. Infatti come riportato da La Stampa online oggi è il giorno che il debito pubblico ha raggiunto il suo max stabilito per legge. Ripropongo dunque l'articolo:
Raggiunto il limite di legge - Geithner: «Misure speciali»
Entro oggi il debito pubblico degli Stati Uniti raggiungerà quota 14.292 miliardi di dollari, il limite fissato per legge all'indebitamento pubblico. Lo ha annunciato il segretario al Tesoro Timothy Geithner ricordando che a questo punto il governo farà ricorso a "misure speciali" -come quelle di "sospendere l'emissione del debito"- per consentire al governo di evitare il default del Paese almeno "fino al prossimo 2 agosto".
Tra le misure adottate, anche la sospensione temporanea di due fondi pensioni pubblici come il Civil Service Retirement and Disability Fund e il Governement Securities Inverstement Fund. La mossa dovrebbe concedere a Casa Bianca e leader congressuali il tempo necessario a raggiungere un accordo sulle misure per ridurre il deficit pubblico e rappacificare il clima politico in modo da consentire al Congresso d'innalzare il limite dell'indebitamento pubblico americano.
L'opposizione repubblicana concorda infatti sulla necessità di alzare il limite dell'indebitamento ma non ne intende approvare un nuovo senza avere prima ricevuto la garanzia che il governo terrà maggiormente sotto controllo la spesa pubblica. Il raggiungimento del tetto del debito "dovrebbe essere un campanello d'allarme per il sistema politico: è il momento di essere seri sul tutelare la fiducia e il credito", ha detto il direttore del National Economic Council, Gene Sterling al Wall Street Journal. Ci potrebbero volere alcuni mesi prima che le due parti raggiungano un accordo.
Casa Bianca e repubblicani stanno infatti inviando segnali contrastanti. Il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, la scorsa settimana aveva dichiarato che democratici e repubblicani stavano trattando su una soluzione di compromesso. Dallo show della Cbs, "Face of the Nation", il presidente della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano John Boehner, lo ha però smentito: "non vedo progressi".
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