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I Debiti sovrani che spaventano il Fmi

Torino, 18 aprile 2011
Si è  sempre parlato della guerra delle valute come figlia della situazione "comparata" tra debiti sovrani.
Nell'ultimo World economic Outlook dell'Fmi a Washington Olivier Blanchard il capo economista del Fondo monetario, ha lanciato l'allarme sulla sostenibilità fiscale (dei conti pubbblici) e finanziaria (banche dissestate) dei paesi membri del club di Bretton Woods come elementi di pericolo, oltre al rialzo dell'inflazione, che possono far deragliare la fragile e disallineata ripresa economica al 2,5% nelle economie avanzate e del 6,5% in quelle emergenti.
Che succede, dunque, nei conti pubblici dei paesi membri dell'Fmi? Una crisi finanziaria iniziata nel 2007 con i subprime americani e scoppiata in tutta la sua virulenza il 15 settembre 2008 con il fallimento di Lehman Brother di solito dura più o meno sui 18 mesi, mentre questa volta siamo a più di quattro anni di distanza dal suo deflagrare, i ricchi superbonus dei banchieri continuano a fioccare puntuali come le cambiali delle bollette a fine trimestre indipendentemente dai risultati ottenuti, le banche d'affari restano ancorate ai depositi di quelle commerciali in un abbraccio mortale, mentre la crisi finanziaria si è trasferita nei conti degli stati erodendone la stabilità e mettendo in dubbio persino la tenuta dell'euro con la crisi dei debiti sovrani dei periferici. Per di più con un solo responsabile in prigione: Madoff, l'unico colpevole della più grande crisi finanziaria dagli anni '30.
L'indebitamento dei Paesi europei
La Grecia fa ancora paura
Una situazione talmente insostenibile politicamente che Berlino addirittura è pronta a concordare con le banche francesi, tedesche e britanniche in primis, le più esposte per 118 miliardi di dollari, una ristrutturazione del debito greco da 340 miliardi di dollari per evitare di mettere ancora mano al portafoglio e perdere il consenso degli elettori. Cittadini che soprattutto nel Nord Europa, si veda la Finlandia dove è nato un partito ostile ai salvataggi dei paesi in difficoltà, sono ormai stanchi di far sacrifici per chi non ha rispettato le regole e di non far pagare gli investitori che hanno speculato su titoli a rischio secondo la regola: profitti privati, perdite pubbliche o too big to fails, troppo grande per poter fallire.
I debiti europei
Esagerazioni dei mass media? Non proprio visto che la Germania ha un debito pari all'80% del Pil ma un avanzo primario negativo (-0,3%) come pure la Francia, 88% di debito con un avanzo primario negativo -3,5%, segnale inquietante di difficoltà rispetto a un più 0,2% dell'Italia che pure ha un debito del 120%, ma un trend in recupero, quello che guardano i mercati. Il Portogallo ha un debito pubblico al 91% del Pil ma un saldo primario negativo a -1,6% e un quota del debito in mano straniera al 57%, come pure l'Irlanda ha un debito al 114% del Pil, un saldo a -7,5% e una quota in mano straniera al 59%.

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