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Usa: tassi sù presto o fermi ancora un pò ?

Torino, 4 aprile 2011
A proposito di "eccessi" come il Dow Jones che da due anni continua a crescere "sponsorizzato" da un'enorme liquidità in circolazione ecco un'analisi puntuale sul sito americano di Yahoo-Finance a proposito di chi scommette sul sì o no di un imminente rialzo dei tassi.
Ecco il testo datato 1 aprile:
La Federal Reserve intensifica i suoi avvertimenti di un pericolo inflazione ma gli investitori stanno prestando poca attenzione nonostante la minaccia che parte della liquidità della banca centrale potrebbe volgere al termine. Venerdì Bernanke ha portato un rapporto che indicano altri indicatori in miglioramento. Si fa sempre più forte l’impressione che il tasso di interesse potrebbe aumentare presto dopo più di due anni forse prima di quanto gli investitori vorrebbero.
Ma il mercato non dà credito a queste informazioni e continua a macinare progressi: un rally aggressivo anche nei primi mesi del 2.011 e sembra voler continuare in quanto gli investitori non ”scommettono” che la Fed avrebbe alcun timore per la minaccia d'inflazione e quindi gli investitori hanno puntato su programmi di investimento più a lungo.
"Il livello di preoccupazione per l'inflazione è piuttosto alta ... ma la Fed sta pompando così tanti soldi in questo mercato che la gente non sipreoccupa ancora", ha dichiarato Matthew Tuttle, presidente di Tuttle Wealth Management a Stamford, Conn . "Al momento i mercati non si curano di nulla."
Il Presidente della Fed di Richmond Jeffrey Lacker è stata l'ultima ad avvertire che la Banca centrale può essere costretta presto ad un aumento dei tassi. Inoltre ha detto a CNBC, venerdì scorso, che la Fed potrebbe alzare i tassi prima della fine dell'anno soprattutto se si ha la sensazione di un aumento dei costi alla produzione nelle aziende a causa dell’ impennata dei prezzi delle materie prime con il rischio di trasferire inflazione ai consumatori.
"Se il fenomeno diventerà diffuso e visto come ineludibile si è già visto ome farebbe in fretta a diffondersi in modo piuttosto significativo".
"Penso che l’ inflazione andrà un po’ su ma non troppo ma temo che ci sia un reale rischio di superamento di detto processo ... I prossimi nove mesi saranno fondamentali per la nostra economia".
Ma il presidente della Fed Ben Bernanke si trova in una situazione delicata.
I rally di mercato non hanno fatto altro che seguire una linea molto semplice con l'intervento della Fed. Quando la banca centrale ha attuato il suo programma per comprare buoni del Tesoro e altri titoli di debito si è messo in moto un processo noto come “allentamento quantitativo”o in gergo “QE-rally dei mercati”. Quando la Fed fece un passo indietro come ha fatto nel mese di aprile 2010 il mercato è crollato.
Quindi la lotta contro l'inflazione ha un costo, sia politico che economico, che Bernanke potrebbe essere restio a pagare. La conclusione di QE 2, però, è in programma per giugno e gli investitori sono ansiosi di sapere quale sarà la posizione della Fed dopo.
"Sarebbe sciocco pensare che Ben Bernanke chiuda con QE 2 per poi iniziare subito un drenaggio di liquidità", ha detto Michael Pento, economista senior presso Euro Pacific Capital a New York. "È capace di aspettare almeno due o tre trimestri. E poi lo farà a piccoli passi. Conosciamo la sua attenzione nei confronti della curva della inflazione.
Ma c’è chi dissente sulle preoccupazioni per l’inflazione.
"Ci sarà un po’ d’ inflazione ma senza particolari criticità ... Speriamo che la Fed si renda conto solo che è meglio non far nulla ancora per un pò" ha detto Michael Sansoterra, amministratore delegato di Silvant Capital Management, a Columbus, Ohio, in un colloquio con la CNBC.
Anche se le pressioni inflazionistiche sono chiaramente in avvio la crescita dei salari annuale era solo 1,7 per cento e alcuni economisti ritengono che questo indicatore, così basso che è un componente fondamentale per l'inflazione non giustifichi rialzi dei tassi.
Neil Dutta e Ethan Harris, economisti di Bank of America Merrill Lynch, hanno scritto in una nota ai clienti:" l unico neo nella relazione di oggi è stata l'inflazione salariale debole, il che significa che è ancora probabile che la Fed prenda iniziative più tardi rispetto alle aspettative del mercato attuale," E se la Fed invece decidesse per un aumento in realtà potrebbe essere il mercato obbligazionario a prendere il primo colpo con l'aumento dei tassi così bassi (mantenuti in modo artificiale) e cominciare a guardare al reddito fisso. "Gli investitori obbligazionari sono in una bolla enorme," ha affermato Rob Lutts, Chief Investment Officer presso Caboto Wealth Management a Salem, Massachusetts "Le valutazioni in obbligazioni sono altrettanto estreme oggi come nel 2000 per il comparto tecnologico. Le valutazioni a breve (Treasurys ) a breve termine e anche quelle a 10 anni non sono razionali in questo ambiente".
Lutts ha detto che il rendimento a 10 anni dovrebbe avere una negoziazione intorno al 4,50 per cento e forse più, un intero punto percentuale rispetto al livello attuale.
Se tale sentimento prendesse piede c’è da capire come Washington affronterà il suo debito, il disavanzo e i problemi di inflazione connessi.
A tal proposito Euro Pacific Pento pensa che la situazione potrebbe sfuggire addirittura di mano e fuori dal controllo di Bernanke. In tal caso, gli investitori potrebbero trovarsi nei guai rapidamente.
Pento ha detto "se Bernanke vuole essere un vincitore deve alzare i tassi di interesse e ripristinare una moneta solida per questo paese",. "E’ vero avrà un problema molto serio con il PIL nel breve termine ma alla lunga il vantaggio e che potremo contare su una ripresa sostenibile.
"Se continua questo livello di monetizzazione, se il bilancio continua ad essere a questi livelli e con così bassi tassi d'interesse avremo un altro crack-up e il timore di una nuova grave depressione."

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