Torino, 19 giugno 2010
Settimana interessante con qualche spunto di riflessione dal punto di vista delle intenzioni dei Governi e dai dati macroeconomici.
1) Due importanti affermazioni di Obama
a) Svolta a favore di un nuovo modello di sviluppo basato sulla green economy
b) Regole nuove per il sistema finanziario e concertazione al prossimo G20 di Toronto il 26 e 27 giugno per rilanciare la crescita
In effetti al di là di un buon primo trimestre 2010 dell'economia Usa (Pil + 3,2% sul trimestre precedente annualizzato) permangono alcune preoccupazioni di base. Obama dice "Sono preoccupato per la debole domanda del settore privato e la continua forte dipendenza sulle esportazioni di alcuni paesi con già ampi surplus commerciali. Nel caso in cui la fiducia nella forza della nostra ripresa economica diminuisca, dobbiamo essere preparati a rispondere velocemente e con la forza necessaria per evitare un rallentamento dell'attività economica. La nostra capacità di crescere senza gli eccessi che hanno messo le nostre economie a rischio due anni fa richiede che acceleriamo gli sforzi per completare la necessaria riforma finanziaria. E' necesario risolvere le incertezze in corso sulla trasparenza dei bilanci delle banche e sull'adeguatezza del loro capitale, soprattutto in Europa, perchè ciò aiuterà a ridurre la volatilità dei mercati finanziari e i costi di finanziamento.
2) Ue, Merkel, Sarkozy a favore di una tassazione per le banche
Per Barroso, presidente della Commissione Ue, la tassazione sulle banche è la strada giusta e rientra in una sorta di "rivoluzione silenziosa" che l'Unione Europea sta portando avanti, ma non è detto che al prossimo G20 tutti i leader la accetteranno. La proposta, ha affermato Barroso, darà sicurezza su eventuali rischi futuri e non graverà sulle banche, che alla fine si organizzeranno con dei fondi di emergenza.
Tuttavia molti stati membri hanno fatto chiaramente capire di non essere d'accordo in quanto le banche dei propri paesi non hanno mai avuto problemi. Ma non è detto che non li avranno in futuro.
3) Stress Test per le banche
Singolare ma utile iniziativa quella di utilizzare un metodo di "comunicazione pubblica" sulla trasparenza dei bilanci delle banche. Per quanto riguarda gli Stress Test il presidente della Commissione Ue ha ribadito che a luglio verranno resi pubblici i risultati su 25 istituti bancari transnazionali ma l'obiettivo è di coinvolgere molti più istituti. Lo Stress test della banche nasce negli Usa da parte della Federal Reserve americana ed è un programma di valutazione per determinare se le organizzazioni bancarie più grandi degli Stati Uniti hanno capitale sufficiente a reggere l'impatto di un ambiente economico più difficile rispetto a quanto attualmente previsto. Draghi ha affermato che L'Italia ha un sistema finanziario in buone condizioni e ha tutto da guadagnare con la pubblicazione dei risultati degli stress test condotti sulle principali banche europee per valutarne la salute finanziaria e ristabilire la fiducia degli investitori. E' una procedura che ha sostenuto fin dall'inizio e che dice che eseguiremo anche in Italia. "Noi abbiamo tutto da guadagnare perchè i Paesi con una buona struttura finanziaria hanno tutto da perdere da un contagio". Anche per Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, terza banca europea per capitalizzazione, è utile condividere la posizione del governatore: "Penso che per i Paesi con banche forti la pubblicazione degli Stress Test sia assolutamente una buona cosa. Lo è per tutti ma, certamente, per l'Italia".
4) Produzione italiana in ripresa ma con il settore degli autoveicoli in calo di ordini.
Come al solito le statistiche possono essere viste come il bicchiere "mezzo pieno o mezzo vuoto". Da un lato il dato uscito dall'Istat l'altro giorno segnala che la produzione industriale ha registrato ad aprile un aumento congiunturale dell'1%, secondo l'indice destagionalizzato misurato dall'Istat. La crescita tendenziale è stata del 7,8% la più alta da dicembre 2000. In quattro mesi l'incremento è stato del 4,4%. Sulla base degli elementi finora disponibili, l'indice della produzione industriale destagionalizzato è salito in aprile dell'1,0 per cento rispetto a marzo 2010; la variazione della media del trimestre febbraio-aprile rispetto a quella dei tre mesi precedenti è pari a più 1,4 per cento. Nel confronto tra il periodo gennaio-aprile 2010 e lo stesso periodo dell'anno precedente vi sono stati incrementi dell'8,1 per cento per i beni intermedi, del 3,3 per i beni di consumo (più 4,2 per cento i beni non durevoli, meno 1,1 per cento i beni durevoli), del 2,4 per cento per l'energia e dell'1,3 per cento per i beni strumentali, aumenti in tutti i raggruppamenti principali di industrie: più 10,7 per cento per i beni intermedi, più 5,0 per cento per i beni di consumo totale (più 6,0 per cento i beni non durevoli, più 0,6 per cento i beni durevoli), più 4,1 per cento per l'energia e più 2,8 per cento per i beni strumentali. Per contro se il fatturato del settore autoveicolistico ad aprile è aumentato del 3,9% rispetto allo stesso mese del 2009 gli ordinativi, che ci danno indicazioni sul fututo a breve - medio termine, hanno registrato una flessione del ben 13,3% !!
Dunque spiragli di ripresa sì ma, come detto più volte e ribadito da opinion leaders importanti, la crescita non sarà comunque come nelle crisi precedenti a V cioè almeno veloce come è stata la caduta. Bisognerà attendere molti segnali in più prima di poter dire che siamo usciti dalla recessione. Anche lo stesso Draghi l'altro giorno ha ammesso questa possibilità con un "LO SPERO".
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