L’euro sotto attacco speculativo. In una settimana da lunedì 3 a giovedì 6 maggio 2010 ha perso tra il massimo e il minimo ben il 6,03 % da 1,3312 a 1,2509. Tra ieri (sabato 8 maggio) e oggi che scrivo domenica 9 maggio si stanno succedendo soprattutto a Bruxelles riunioni frenetiche tra i Paesi appartenenti all’euro. Riunioni dei Premier europei, della Commissione europea, dell’Eurogruppo, dell’Ecofin, dei Governatori centrali, dei membri della Bce di Francoforte e della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea per creare strumenti a difesa dell’Euro, al di là dell’intervento della crisi Greca, perché FORSE NON AVEVANO PRESO SUL SERIO I VENTI DI GUERRA FINANZIARI – VALUTARI FORSE MAI UFFICIALMENTE DICHIARATI MA NEGLI AMBIENTI “GIUSIT” BEN CONOSCIUTI. Ecco dunque un po’ di cronistoria che fa giustizia dello stato dell’arte. Chi frequenta il mio Blog può trovare nel Post del 1 MARZO (quando l’euro veleggiava a 1,3624, data non sospetta non solo con la speculazione contro l’euro ma neppure con il palesarsi a livello di media della crisi greca), LE DUE parti che seguono e che vi ripropongo in toto perché oggi sono più che mai “”A T T U A L I S S I M E “” per poi farle seguire oggi da alcune considerazioni aggiornate:
PRIMA PARTE
1) Alcuni potenti Hedge Fund Usa “scommettono” sulla caduta dell’euro fino alla SUA PARITA’ CIOE’ 1 A 1 (SE E QUANDO NON SI SA !!!!! ndr oggi mentre scrivo è 1,3624). La decisione sarebbe stata presa nel corso di una cena esclusiva ospitata da una nota piccola ma qualificata banca d’investimento all’inizio del mese presso una townhouse di Manhattan presente George Soros, sì filantropo ma anche grandissimo speculatore, che riuscì a far crollare per un breve tempo la sterlina nel ’92. Per altre interpretazioni sul rischio Euro vedere una puntuale ed ottima analisi sui dati su Soldionline.it (http://www.soldionline.it/notizie/obbligazioni-italia/c-e-chi-scommette-sull-insolvenza-di-un-paese-dell-euro )
2) La speculazione, ci tengo a sottolineare che comunque svolge una funzione utile e legale nei mercati… (se però in presenza di certe regole che devono essere riscritte), è potente…anzi un ‘ “arma letale” spesso nel male come si è visto come concausa per la crisi 2008 – 2009 e trascinatasi sino ad oggi e forse più. Nel ’92 Soros & C. sorpresero i mercati affondando la sterlina e questa non fu certo un’azione utile !!
3) Sul tema speculazione, che per un po’ può farla da padrona, ribadisco quanto detto nel mio Post del 1 febbraio 2010 “I guai di una giungla finanziaria” e cioè quanto sia importante la lettura del libro di Luciano Gallino dell'Università di Torino e sociologo industriale di fama dal titolo "Con i soldi degli altri" sottotitolo Il capitalismo per procura contro l'economia, Editore Einaudi. Vi ricordo solo qualche spunto per farvi intuire quale sproporzione ci sia tra economia finanziaria e quella reale e sui suoi effetti indesiderati.
a) Una massa di risparmio equivalente al Pil del mondo viene gestita da enti finanziari quali fondi pensioni, fondi di investimento, assicurazioni, hedge funds e altre strumenti derivati (spesso nati solo come protezione al rischio d'impresa, tipo valute, materie prime, etc e poi degenerati in super strumenti speculativi)a loro completa discrezione.
b) Gli investitori istituzionali hanno oggi in portafoglio oltre la metà del capitale delle imprese quotate.
c) Nel tutelare gli interessi dei risparmiatori sono in genere indifferenti alle conseguenze sociali degli investimenti che effettuano.
4) Che l’attacco oltre che monetario, con chiaro intento di lucro, sia anche politico (per mille motivi lo scacchiere internazionale non è solo più prevalentemente geopolitico) viene da un altro policy maker, diciamo un po’ schierato…., “L’Italia è la minaccia più grande per l’economia dei 16 paesi della Zona dell’Euro“. Parola del premio Nobel per l’economia, Robert Mundell. L’economista d’origine canadese, intervistato dal network televisivo americano Bloomberg tv ha sostenuto inoltre che “ci sono seri motivi di preoccupazione” per il nostro paese e che un suo eventuale “salvataggio“, visto lo stato attuale dei conti pubblici, sarebbe “molto complicato“. (Vero sì ma molto altre considerazioni positive da fare sul nostro Paese ci sono visto che altri Paesi UE stanno peggio…ma Mundell, Nobel a parte, è stato imbeccato o si è svegliato male ??? spocchioso quasi come gli inglesi !!!)
Come si vede siamo stati avvertiti …. Lo dico in modo ironico (ma visti i risultati ad oggi) non troppo !!!!
Allora ecco i NOSTRI correre ai ripari. Rimanere sotto attacco di spregiudicati ma potentissimi e furbissimi speculatori o meglio reagire con la consapevolezza che l’Europa ha una storia e una intelligenza superiore a tutti !!! (scusate la presunzione dell’origine greca e latina e di influenza araba del nostro ben amato continente) !!!
Dunque abbiamo la forza di reagire ??
A MIO AVVISO .... SI' !!!!
A MIO AVVISO .... SI' !!!!
Ecco una buona risposta nella seconda parte del mio Post del 1 marzo:
SECONDA PARTE
a) perché l’euro non è una valuta isolata, è una moneta paniere, 16 Paesi su 27 dell’Unione Europea attualmente vi aderiscono;
b) il Pil dell'Unione a 27 Paesi (dati 2008) è stato di 12 504 miliardi di euro ma se tradotto in $ (dato medio cross rate 2008 = 1,4500) risulta essere di oltre 18.000 $ abbastanza superiore al Pil Usa 2008 (circa 14.000 mld di $);
c) i Paesi che aderiscono all’euro hanno un Pil all’interno della stessa UE di circa il 75 % del Pil totale Ue e quindi, espresso in $ 2008, sono più o meno allo stesso livello del Pil Usa;
d) viviamo in un altro contesto storico e geoeconomico e politico diverso dall’altro millennio e con prospettive per gli 11 Paesi Ue non ancora aderenti all’euro stesso convergenti sempre più ad un’integrazione monetaria comune verso i 16 già aderenti (è solo questione di tempo, legati ai parametri di Maastricht);
e) guardando ai fondamentali (dei debiti pubblici) a me tanto cari, troviamo che secondo i dati Fmi il rapporto deficit/pil si concluderà nel 2009 (quando arriveranno i dati definitivi) per i Paesi Euro inferiore del 6% che negli Usa e più basso del 10% rispetto al Giappone;
f) la volontà internazionale (anche se di difficile attuazione) per una nuova “Bretton Woods”.
g) E il dollaro soffre di quanto ricordato in altri Post andando a vedere il seguente link: http://www.usdebtclock.org/
Vi congedo per alcune ore in attesa di scrivere oggi pomeriggio la seconda puntata e nell’attesa di qualche riscontro da Bruxelles.
Nessun commento:
Posta un commento