Seconda puntata
Non è facile a quest'ora della sera di domenica 9 maggio 2010 (ore 22 mentre posto) dire qualcosa di sensato sulla strada che l'euro intraprenderà non solo domani o nei prossimi giorni ma come sopravvivenza e ancor più dinamicità di valuta internazionale denominata in un mix di monete del vecchio continente così come voluto nel 1999. A Bruxelles si stanno facendo ancora riunioni per capire, prima della riapertura dei mercati domani luned' 10 maggio, che tipo di "logica politica e tecnica" sia meglio intraprendere sia perchè risulti EFFICACE E CONVINCENTE. Il punto cruciale è proprio questo come non dare l'impressione di introdurre delle misure, meccanismi che sembrino dei "palliativi" per non sortire un effetto contrario (di debolezza intrinseca) ma ancor più imporatnti sono a mio avviso i tecnicisnìmi che possano "stabilizzare" le opinioni divergenti sull abontà dell'euro e delle emissioni di bond dei Paesi partecipanti.
Ecco allora qualche riflessione sula giornata trascorsa in attesa di più dettagliate notizie ufficiali che pprobabilmente commenteremo nei prossimi giorno.
Partiamo da una breve presentazione di cos'è l'Euro:
a) Dal 1° gennaio 1999 la Banca centrale europea (BCE) ha assunto la responsabilità della conduzione della politica monetaria per l’area dell’euro, che rappresenta la seconda maggiore economia al mondo dopo gli Stati Uniti. L’area dell’euro è nata nel gennaio 1999, quando le banche centrali nazionali (BCN) di 11 Stati membri dell’Unione europea (UE) hanno trasferito alla BCE le proprie competenze in materia di politica monetaria. La Grecia vi ha aderito nel 2001, la Slovenia nel 2007, Cipro e Malta nel 2008 e la Slovacchia nel 2009. La creazione dell’area dell’euro e di un nuovo organo sovranazionale, la BCE, ha segnato una pietra miliare nella lunga e complessa storia dell’integrazione europea.
Per aderire all’area dell’euro i 16 paesi hanno dovuto soddisfare i criteri di convergenza, tale condizione si applicherà anche agli altri Stati membri dell’UE che in futuro adotteranno la moneta unica. I criteri di convergenza definiscono, sul piano economico e giuridico, i presupposti per partecipare con successo all’Unione economica e monetaria.
b) I criteri di convergenza, basilari per aderire all'euro, sono relativi a quattro temi:
- L’andamento dei prezzi
- L’andamento della finanza pubblica
- L’andamento del tasso di cambio
- L’andamento dei tassi di interesse a lungo termine
Ora rimandando per una maggior descrizione di questi punti al sito della Bce (http://www.ecb.int/ecb/orga/escb/html/convergence-criteria.it.html)
quello che a noi interessa è determinare se questi vincoli sono o possono essere rispettati dai Paesi che ne sono aderenti o se non sono in grado di rispettarli. Il punto cruciale messo in discussione dalle famose tre Agenzie di Rating (S & P, Moody's e Fitch) su questo punto riguarda il capitolo "Finanza Pubblica" naturalmente con la Gracia in prima fila e altri Paesi come Spagna, Portogallo e forse (per alcune ore ....ma poi notizia smentita) Italia.
Al di là di un intervento per la Grecia di circa 110 mld di euro (30 dal Fmi e gli altri dall'Europa e per quota parte dai singoli Paesi aderenti) è in ballo un ventilato "Ombrello di salvataggio" con capitale di circa 60 - 70 miliardi di euro. Di per sè l'importo non è rilevante ma è in grado di mettere in moto prestiti sul mercato di circa 600 mld di dollari. Però al momento la Spagna si dice non interessata, l'Italia ha già annunciato una manovra 2011- 2012 di 23 mld di euro. Aspettiamo notizie dal Portogallo.
A questo punto ci sono in ballo anche questione giuridiche legate ai Trattati. Al momento si prospettano due ipotesi (sintesi da Il sole 24 ore.com):
a) L'Ecofin potrebbe approvare la costituzione di un Fondo di stabilizzazione sul modello già utilizzato in passato per gli aiuti a Paesi non dell'eurozona (Lettonia, Ungheria e Romania). Per questi casi è previsto l'articolo 143 del Trattato Ue "in caso di grave minaccia di difficoltà nella bilancia dei pagamenti". Si tratterebbe in altre parole di estendere anche ai Paesi dell'eurozona la possibilità di ricevere supporto finanziario allargando l'ipotesi anche per difficoltà di approvvigionamento sui mercati per finanziare il debito sovrano. Fondendo le somme disponibili per i due strumenti si arriverebbe a una dotazione di oltre 100 miliardi di euro. Il problema è che l'articolo 143 è applicabile solo agli Stati dell'eurozona.
b) Ripiegare sull'articolo 122 del trattato Ue, che prevede che il Consiglio dei 27 in caso di circostanze eccezionali possa decidere a maggioranza qualificata di concedere assistenza finanziaria a uno Stato in difficoltà. L'ipotesi, in un primo momento osteggiata dal governo di Londra perché in questa evenienza la Gran Bretagna riteneva di poter essere "costretta" a fornire la propria quota di finanziamento, è ora valutata da Londra con maggior favore.
Se si trova il meccanismo quello che è ANCORA PIU' DETERMINANTE SARA' LA POSSIBILITA' DI ACQUISTO DI DEBITO PUBBLICO DA PARTE DELLA BCE.
!!!!!! In poche ore, misure straordinarie prima impensabili, come l'acquisto di obbligazioni pubbliche sul mercato, sono diventate argomento di discussione. Entro domattina l'Europa deve presentare un piano convincente, che abbia un versante politico e un altro monetario !!!!!!!
A questo punto della giornata e della notte (con le incertezze ancora in pista) vale la pena davvero di auspicare e sottoscrivere in toto quanto la corrispondente de Il sole 24 Ore, Beda Romano, scrive oggi sul suo giornale (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/09/Economia%20e%20Lavoro/2_C.shtml?uuid=3b01bc40-5b30-11df-b160-dce348480905):
"" Alcuni dei partecipanti alla riunuhanno sostenuto che una banca centrale deve prendere misure eccezionali quando le circostanze lo richiedono. Da tempo la Federal Reserve e la Banca d'Inghilterra hanno deciso di acquistare obbligazioni pubbliche per calmare le tensioni sul mercato. Finora la Bce si è sempre rifiutata di seguire questa strada controversa. La paura - in particolare dei tedeschi - è di mettere a repentaglio l'indipendenza dell'istituto monetario, influenzare la sua politica monetaria, monetizzare il debito.
Il Consiglio europeo nella notte tra venerdì e sabato ha aperto la porta a questa evenienza: «Tutte le istituzioni della zona euro convengono di ricorrere a tutta la gamma di strumenti disponibili per garantire la stabilità» dell'Unione monetaria. Sul mercato molti si aspettano la rapida reintroduzione delle operazioni di rifinanziamento a lungo termine. Ma improvvisamente anche l'ipotesi di acquistare obbligazioni diventa una possibilità concreta pur di frenare il crescente divario tra i rendimenti dei titoli di stato della zona euro.
L'articolo 123 del Trattato vieta l'acquisto di titoli pubblici in asta, ma lascia la porta aperta all'acquisto di obbligazioni sul mercato. Il tema è delicato. Appena qualche giorno fa, il presidente della Bundesbank Axel Weber aveva spiegato che «l'obiettivo legittimo di frenare il contagio nel sistema finanziario europeo non giustifica l'uso di qualsiasi mezzo». D'altronde Weber stesso era stato freddo una settimana fa all'idea di cambiare le regole sul collaterale nei pronti contro termine, con l'accettazione del debito greco a prescindere dal rating.
Non era ancora chiara ieri sera la strategia della Bce, anche se con l'espressione «crisi sistemica» Trichet ha dato la misura della drammatica situazione e si è mostrato più interventista di prima. Da un lato c'è l'opposizione della Germania, che potrebbe però allentarsi se la soluzione estrema dell'acquisto di obbligazioni pubbliche venisse considerata un'ultima ratio. Dall'altro nessun banchiere vuole mettere a rischio l'indipendenza della Bce e dare l'impressione che la stabilità dei prezzi abbia perso d'importanza agli occhi dell'istituto monetario.
I banchieri centrali sono convinti che questa sia una CRISI DEL DEBITO , NON UNA CRISI DI LIQUIDITA' (credo che nessuno ne avesse avuto dubbi !!) La palla quindi è anche nelle mani dei governi nazionali, che devono dimostrare ai mercati di voler ridurre i loro deficit (di certo non sui due piedi ...ndr). In questo senso, la strategia della Bce dipenderà anche dal modo in cui gli stati membri aggrediranno alla radice la questione del debito. Acquistare obbligazioni pubbliche dei Paesi più deboli diventa inutile e pericoloso se l'intervento non è associato con politiche rigorose sul fronte delle finanze statali. Qualsiasi decisione poi andrà spiegata ai cittadini, TEDESCHI IN TESTA. È significativo che ieri la stessa Frankfurter Allgemeine Zeitung notasse che gli ostacoli giuridici all'acquisto di obbligazioni pubbliche sono dopotutto limitati. Una possibilità, come dice Julian Callow, economista di Barclays Capital, potrebbe essere di giustificare pubblicamente il nuovo interventismo della Bce, in piena autonomia dalla politica, con i nuovi pericoli per la stabilità dei prezzi provocati da un eventuale crollo della fiducia.
Certo che una svolta storica e per i mercati come la più credibile sarebbe l'emissione di Bond da parte della stessa Bce !! Sogniamo ...??
ASPETTIAMO LE DECISIONI DELLE PROSSIME ORE E LA REAZIONE DEI MERCATI.
A MOLTO PRESTO PER ULTERIORI COMMENTI !!!
Nessun commento:
Posta un commento