Le notizie di oggi per noi europei sono ovviamente dettate dal pesantissimo giudizio di Standard and Poor 's (link nel titolo) con il declassamento a livello di «junk», ossia spazzatura, del debito greco a valore BB+ abbassato di tre note sul giudizio precedente. L'outlook resta negativo il che significa che il rating potrebbe essere ulteriormente declassato. Anche per il Portogallo brutte notizie. Anche qui S & P ha declassato il rating del Portogallo per il modo in cui sta gestendo l'elevato debito pubblico e la precaria situazione economica. Il rating è stato abbassato di due note ed è passato a «A-» da «A+», in pratica quattro note sopra il cosiddetto livello «spazzatura» («junk»). L'outlook sulle prospettive del debito portoghese è negativo.
Inoltre è di queste ore l'allarme lanciato da Lucas Papademos, vicepresidente della Bce che parlando al Parlamento europeo ha ricordato che su SEDICI Paesi dell'Eurozona ben TREDICI hanno già in corso procedure per deficit eccessivo, e «quest'anno tutti registreranno un deficit superiore al 3% di Pil». Per il vicepresidente Bce si tratta di «squilibri di bilancio notevoli che si estenderanno ancora per parecchio tempo» almeno fino al 2013.
Ma a mio avviso è ancor più preoccupante quanto detto da Obama:
a) "Sono deluso" ha detto " che l'opposizione repubblicana blocchi la discussione sulla riforma finanziaria a poche ore dall'attesa audizione dei vertici della Goldman Sachs.
(da la stampa on line: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201004articoli/54464girata.asp)
Il primo test della riforma di Wall Street al Senato americano fallisce a poche ore dall’attesa audizione dell’amministratore delegato e del vice presidente di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein e Fabrice Tourre. I repubblicani votano compatti per il blocco della discussione sul progetto di riforma avanzato da Chris Dodd: il voto procedurale si chiude con 41 voti contrari e 57 favorevoli, ovvero meno dei 60 necessari per l’avvio del dibattito in aula. Alcuni dei senatori che hanno votato "no" all’avvio del dibattito «potrebbero ritenere la loro decisione una buona strategia politica, altri potrebbe ritenere lo slittamento un’opportunità per mantenere il dibattito a porte chiuse, consentendo ai lobbysti dell’industria finanziaria di indebolire o uccidere il progetto. Gli americano non possono permetterselo», spiega Obama, ricordando come «la mancanza di tutela dei consumatori e la mancanza di responsabilità a Wall Street hanno messo la nostra economia in ginocchio e causato sofferenze a milioni di americani, ora senza lavoro e senza casa». Da qui l’invito del presidente al Senato a tornare a lavorare per il raggiungimento di un’intesa per una riforma che «consentirebbe di prevenire crisi analoghe a quella sperimentata». Subito dopo il voto i negoziatori democratici e repubblicani sono tornati a trattare alla ricerca di un accordo, che le parti sembrano comunque non ritenere lontanissimo. Ad opporsi all’avvio del dibattito anche il democratico Ben Nelson, perplesso sulle regole stringenti previste per i derivati. Harry Reid, leader della maggioranza in Senato e ultimo a votare, si è espresso negativamente così da lasciarsi aperta la possibilità di convocare un nuovo voto procedurale più avanti. Proprio su sui derivati è stato raggiunto prima del voto un accordo fra il presidente della commissione bancaria del Senato Christopher Dodd e quello della commissione agricoltura Blanche Lincoln. La proposta prevede l’obbligo di spin off per delle divisioni di trading di swap per le banche che vogliono l’assistenza federale e lo scambio su piattaforme regolamentate per gli otc.
b) Allarme deficit pubblico - «Imperativo ridurre il deficit»
Per il presidente Usa è un obbligo verso le generazioni future e decenni di cattive abitudini a Washington hanno esacerbato la crisi fiscale: non possiamo più evitare l'assunzione di decisioni difficili ha più volte sottolineato in queste ore parlando alla Commissione bipartisan sul debito. Per il Presidente è necessario che tutti lavorino per una maggiore responsabilità fiscale, spiegando che l'aumento del deficit è stato gonfiato dalle misure di emergenza necessarie a salvare l'economia Usa. «È molto più facile spendere un dollaro che risparmiarne uno», dichiara Obama, avvisando tuttavia che PER l'ECONOMIA USA " SI AVVICINA «IL GIORNO DELLA RESA DEI CONTI » PER IL GIGANTESCO DEFICIT FEDERALE.
(guardare il seguente link: http://usdebtclock.org./)
«Abbiamo l'obbligo nei confronti delle generazioni future di affrontare il nostro deficit che minaccia di indebolire l'economia e lasciare i nostri bambini e i nostri nipoti con una montagna di debiti», ha sottolineato. Il presidente ha invitato quindi la Commissione ad appoggiare i programmi del governo per tagliare il deficit.
Quindi pur tra malati vari chi sta un pò meno peggio? L'Europa io dico ...nonostante tutto!! Per cui non vedo così male l'euro per le prossime settimane. La forza degli Usa (e del dollaro) si vedrà invece se riuscirà a far segnare nei prossimi trimestri dei Pil superiore ai tre punti percentuali. Allora anche in presenza del debito più alto al mondo potrà contare sulla sua credbiltà di leader della "democrazia del rilancio".
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