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Economia mondiale ed italiana poco mossa

Torino, 6 aprile 2010

Cosa dicono le informazioni economiche più recenti?

Non molto ! Semmai la solita speculazione che cerca di anticipare con i suoi andamenti la ripresa.
Sono giustificati questi movimenti?
Il petrolio è sui massimi intorno agli 87 $ al barile da oltre un anno dallo stesso periodo 2009  (50 $ a barile)
L'oro invece che meglio misura le eventuali tendenze inflazionistiche rimane ancora sotto i suoi massimi di fine novembre 2009 (intorno ai 1200 $ per oncia) e da un pò di settmane è quotato tra 1050 - 1150
Anche l'Euribor (per i tassi variabili)  e l'Eurirs - Irs per i tassi fissi continua a non mostrare segni di rialzi il che fa pensare che non ci siano ancora segni tangibili di significativa ripresa economica.
A tal proposito sono di Pasqua le stime del Fondo Monetario Internazionale sull'economia mondiale, europea e sull'Italia.
Nel primo caso si evince dal rapporto quanto segue:
- nel 2010 il Pil mondiale crescerà del 4,1%, un punto in più delle previsioni fatte nell’ottobre scorso.
- la crescita è però guidata da Cina ed India che tornano a svilupparsi al ritmo del 10 e dell’8%.
- Europa ancora al palo o quasi con  una crescita modesta (pesano i Paesi con forte indebidamento pubblico Grecia in primis)  0,8% per il 2010 e 1,4% nel 2011.
- Per l'Italia si registra un aggiornamento al ribasso (-0,2%) rispetto alle stime fatte a gennaio ma anche al rialzo (+0,6%) rispetto a quelle di ottobre. In ogni caso è inferiore alle previsioni del governo presentate con l’aggiornamento del patto di stabilità che fotografano un aumento del Pil dell’1,1%.
- Parlando di ripresa ancora notizie dal Fmi poco confortanti per l' Italia in quanto la disoccupazione quest’anno crescerà di un punto (dal 7,8% all’8,7%)  per diminuire con la ripresa nel 2011.

Nel tradizionale dossier del Fondo, che verrà presentato a Washington nel meeting di primavera in tandem con la Banca mondiale, ci sarà anche un forte richiamo ai governi nazionali affinché non abbassino la guardia «nel risanamento dei conti pubblici e la riforma del sistema finanziario». È tutt’altro che scomparso, lascia intendere il Fondo, il rischio «che un’ampia offerta di liquidità possa tradursi in nuove distorsioni speculative».
La crescita mondiale, come del resto già evidenziata nei precedenti studi, si snoda lungo un percorso a tre velocità:
- in testa le tigri asiatiche con crescita a due cifre
- seguite dagli Usa il cui Pil quest’anno si posizione in crescita del 3%
- infine i Paesi europei che mediamente avanzano al ritmo dell’1% scarso.
Le economie avanzate, ma anche le più vecchie, sono quelle che sono gravate dal fardello di bilanci pubblici fragili e da un debito sempre più elevato.
Sempre vista con preoccupazione un 'eventuale effetto domino per i soliti Paesi più esposti sul debito pubblico. 

«L’attività di crescita— notano gli economisti di Washington — continua a dipendere da politiche accomodanti ed è soggetta a rischi al ribasso».

Il Fondo chiede che «le politiche fiscali e monetarie continuino nel 2010 a sostenere crescita e occupazione, in particolare in Europa la Banca centrale dovrà mantenere ancora i tassi di interesse fermi agli attuali minimi storici».

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