Sono di oggi due letture tra loro contrastanti sul rapporto euro - dollaro e ve le propongo.
Una è l'iniziativa UE "Salva Stati" che si è messa in moto per aiutare il Portogallo dopo la recente bocciatura in Parlamento del pacchetto sacrifici/ripresa e l'altra è un'opinione di Warren Buffet che none esclude un crack dell'euro.
Personalmente penso che, come ampiamento ripetuto e documentato, gli Usa in termini di debito pubblico sul Pil sono messi peggio dell'Europa - zona euro. Però agli attuali livelli di cross rate ogni notizia macroeconomica di economia reale e/o di finanza (positiva o negativa ovviamente) può fare la differenza per il trend di medio periodo. Si marcerà verso quota 1,50 o si tornerà sui minimi di 1,20 ??? O si stabilizzerà in una fascia intorno a 1,40 per un certo (lungo periodo) ? .... speculazione permettendo che non sta mai ferma proprio per il suo ruolo di anticipatore e di ...eccessi !!
Occhio dunque !!!!!
Ecco le due notizie.
Da La Stampa online di oggi:
1) "Per salvare il Portogallo 75 miliardi"
L'Europa: siamo pronti a intervenire
Il governo cade sui tagli, è caos. Adesso si teme l'effetto contagio.
È l’ora di tutte le incertezze per il Portogallo, dalla notte scorsa sprofondato in una grave crisi politica con le dimissioni del premier socialista Josè Socrates, e inoltre sempre di più sotto pressione dei mercati che lo spingono verso un piano di salvataggio Ue-Fmi.
La crisi portoghese pesa sull’insieme della zona euro, che teme un possibile effetto contagio verso altri paesi periferici, in particolare la Spagna, dove però nelle ultime settimane è stato registrata netta ripresa di fiducia dei mercati finanziari. Le banche spagnole tuttavia detengono un terzo circa del debito portoghese. Secondo l’agenzia Bloomberg, che cita due fonti europee, l’ammontare degli aiuti a Lisbona si aggirerebbe tra i 50 e i 70 miliardi di euro. Stando alle stime di Royal Bank of Scotland, un salvataggio potrebbe ammontare a 80 miliardi. Il piccolo paese lusitano è ora sotto i proiettori dei signori della politica europea e dei mercati: si è svegliato questa mattina in un mare di incertezze, promesso dagli analisti alle forche caudine del salvataggio Ue-Fmi. E in un clima di duro scontro e di pre-campagna fra il governo socialista minoritario uscente e l’opposizione, che ieri notte l’ha costretto alle dimissioni. La crisi politica, che si aggiunge alla pressione di nuovo sempre più forte della speculazione - i tassi sul debito battono tutti i record - rende l’ipotesi di un ricorso all’aiuto esterno quasi inevitabile.
A confortare questa analisi, condivisa praticamente da tutti i commentatori, è subito arrivata anche la nuova mazzata di Fitch, che oggi ha declassato a "A-" il rating del paese - minacciando ulteriori tagli - a causa delle crisi politica. «Con questa crisi politica i mercati finanziari saranno pazienti con il Portogallo quanto Erode lo fù con i bambini ebrei: tassi alle stelle, "rating" a picco. Non arriveremo all’estate: dovremo chiedere aiuto rapidamente» e «il prossimo premier governerà con il Fmi» avverte Jornal de Negocios. Entro giugno il paese deve trovare sui mercati quasi 9 miliardi per rifinanziarsi, e «fra interessi da pagare e ammortizzatori ha la corda al collo» avverte Publico.
Il capo dello Stato Anibal Cavaco Silva dovrebbe accettare le dimissioni del premier solo domani, al suo rientro dal vertice Ue di Bruxelles, cui quindi partecipa, per ogni evenienza, nel ancora «pieno delle funzioni». Poi la crisi politica dovrebbe accelerarsi. Cavaco Silva dovrebbe annunciare elezioni anticipate a fine maggio e per giugno il paese potrebbe avere cosi un nuovo governo. Molti portoghesi, e secondo la stampa anche il capo dello Stato, vorrebbero pilotare il Paese in questa fase di crisi grave una grande coalizione fra i socialisti e il Psd di Pedro Passos Coelho, l’uomo che stando ai sondaggi potrebbe diventare il prossimo premier. Il leader dell’ opposizione sarebbe disponibile, ma a condizione che i socialisti non siano più guidati da Socrates. I due grandi protagonisti della crisi portoghese oggi erano a Bruxelles: il premier al vertice Ue, Passos Coelho a quello del Ppe. Tutti e due impegnati a sdrammatizzare con i partner europei la crisi interna del paese. Socrates ha detto che farà di tutto per evitare il ricorso al salvataggio esterno, e anche Passos Coelho ha affermato che il paese può farne a meno. Ma con le elezioni dietro l’angolo, nessuno vuole dare la sensazione di rassegnarsi alla "capitolazione". Il presidente dell’Eurogruppo lui non ha avuto la stessa prudenza: Jean Claude Juncker non ha escluso un salvataggio del Portogallo, che costerebbe 75 miliardi.
Intanto nella notte è stato raggiunto «un accordo unanime» sul meccanismo permanente salvastati. Il presidente Herman Van Rompuy, al termine della prima giornata del Consiglio europeo, ha spiegato come dovranno essere disponibili i 500 miliardi di euro di cui sarà dotato: «80 miliardi in capitale versato, in cinque rate a partire dal 2 luglio 2013». Le cinque rate versate a comporre gli 80 miliardi di capitale versato dagli stati membri, ha precisato, saranno «di pari importo». «Inoltre l’Esm - ha aggiunto il presidente permanente della Ue per spiegare come saranno materialmente disponibili i 500 miliardi di euro - avrà una combinazione di capitale richiamabile impegnato e di fideiussioni da parte degli stati membri della zona euro per un totale di 620 miliardi di euro. Durante la fase transitoria dal 2013 al 2017, gli stati membri si impegnano ad accelerare, nell’improbabile evento che ciò sia necessario, la fornitura di strumenti adeguati in modo di mantenere un minimo del 15% tra capitale versato e l’importo delle emissioni Esm ancora in sospeso».
Da Wallstreetitalia.com di oggi:
2) Warren Buffett: il guru di Omaha non esclude un crack dell'euro
Un collasso dell'euro non è affatto escluso. Parola di Warren Buffett, che ha parlato nel corso di una intervista rilasciata al canale televisivo Cnbc. "Mi rendo conto che alcune persone pensano che tale scenario sia impensabile...Ma io non penso che lo sia", ha detto il guru di Omaha.
Certo, l'investitore miliardario afferma che ci saranno "sforzi enormi" per tutelare la sopravvivenza della moneta unica. Ma i problemi dei paesi periferici come il Portogallo devono trovare il modo di risolvere le proprie crisi fiscali. "Nel lungo termine, la presenza di questi problemi non funzionerà. (Questi paesi) dovranno cercare di regolare i loro conti in armonia e in modo ragionevole".
Le parole di Buffett arrivano in un momento in cui il problema dei Piigs - mai risolto - torna a far da padrone sui mercati (anche se bisogna dire che l'azionario sta mostrando una maggiore resistenza rispetto a quando scoppiò il caso Grecia). Le preoccupazioni si focalizzano appunto sul caso Portogallo, dopo che i rendimenti dei decennali portoghesi a due e dieci anni sono schizzati a nuovi record , sulla scia della notizia delle dimissioni rassegnate dal premier Jose Socrates. Socrates è stato sconfitto ieri dal Parlamento, che ha bocciato il suo piano di austerity sui conti pubblici. Si parla a questo punto della possibilità di un bailout che potrebbe essere fino a 100 mld euro.
Occhi rivolti anche alla Spagna, che ha assistito al downgrade di ben 30 banche da parte di Moody's. La situazione per la Spagna e il Portogallo- che fanno parte dei Piigs - è di fatto preoccupante.
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