Torino, 1 marzo 2010
E’ davvero clamorosa la notizia che circola a livello internazionale da un po’ di giorni e riportata dal Wall Street Journal che qui la riprendo tradotta da La Stampa di sabato 27 febbraio tanto per poi ragionarci un po’ sopra!!
Perché davvero siamo, non dico alla resa dei conti, ma visti i tanti ragionamenti (senz’altro su questo Blog) su possibilità di ripresa dell’economia reale, exit stategy dalla crisi ma soprattutto nuove regole nella finanza mondiale, sembra invece che ci sia qualcuno un po’ fuori di testa che prefigura scenari che, anziché migliorare in etica e regole, pur sempre nel rispetto del mercato, si portano ancora dietro antichi vizi e pericolosi atteggiamenti.
Ecco da dove partire:
1) La Stampa, sabato 27 febbraio (sintesi)
Alcuni potenti Hedge Fund Usa “scommettono” sulla caduta dell’euro fino alla SUA PARITA’ CIOE’ 1 A 1 (SE E QUANDO NON SI SA !!!!! ndr oggi mentre scrivo è 1,3624). La decisione sarebbe stata presa nel corso di una cena esclusiva ospitata da una nota piccola ma qualificata banca d’investimento all’inizio del mese presso una townhouse di Manhattan presente George Soros, sì filantropo ma anche grandissimo speculatore, che riuscì a far crollare per un breve tempo la sterlina nel ’92. Per altre interpretazioni sul rischio Euro vedere una puntuale ed ottima analisi sui dati su Soldionline.it (http://www.soldionline.it/notizie/obbligazioni-italia/c-e-chi-scommette-sull-insolvenza-di-un-paese-dell-euro )
2) La speculazione, ci tengo a sottolineare che comunque svolge una funzione utile e legale nei mercati… (se però in presenza di certe regole che devono essere riscritte), è potente…anzi un ‘ “arma letale” spesso nel male come si è visto come concausa per la crisi 2008 – 2009 e trascinatasi sino ad oggi e forse più. Nel ’92 Soros & C. sorpresero i mercati affondando la sterlina e questa non fu certo un’azione utile !!
3) Sul tema speculazione, che per un po’ può farla da padrona, ribadisco quanto detto nel mio Post del 1 febbraio 2010 “I guai di una giungla finanziaria” e cioè quanto sia importante la lettura del libro di Luciano Gallino dell'Università di Torino e sociologo industriale di fama dal titolo "Con i soldi degli altri" sottotitolo Il capitalismo per procura contro l'economia, Editore Einaudi. Vi ricordo solo qualche spunto per farvi intuire quale sproporzione ci sia tra economia finanziaria e quella reale e sui suoi effetti indesiderati.
a) Una massa di risparmio equivalente al Pil del mondo viene gestita da enti finanziari quali fondi pensioni, fondi di investimento, assicurazioni, hedge funds e altre strumenti derivati (spesso nati solo come protezione al rischio d'impresa, tipo valute, materie prime, etc e poi degenerati in super strumenti speculativi)a loro completa discrezione.
b) Gli investitori istituzionali hanno oggi in portafoglio oltre la metà del capitale delle imprese quotate.
c) Nel tutelare gli interessi dei risparmiatori sono in genere indifferenti alle conseguenze sociali degli investimenti che effettuano.
4) Che l’attacco oltre che monetario, con chiaro intento di lucro, sia anche politico (per mille motivi lo scacchiere internazionale non è solo più prevalentemente geopolitico) viene da un altro policy maker, diciamo un po’ schierato…., “L’Italia è la minaccia più grande per l’economia dei 16 paesi della Zona dell’Euro“. Parola del premio Nobel per l’economia, Robert Mundell. L’economista d’origine canadese, intervistato dal network televisivo americano Bloomberg tv ha sostenuto inoltre che “ci sono seri motivi di preoccupazione” per il nostro paese e che un suo eventuale “salvataggio“, visto lo stato attuale dei conti pubblici, sarebbe “molto complicato“. (Vero sì ma molto altre considerazioni positive da fare sul nostro Paese ci sono visto che altri Paesi UE stanno peggio…ma Mundell, Nobel a parte, è stato imbeccato o si è svegliato male ??? spocchioso quasi come gli inglesi !!!)
5) Ma l’euro è un’ altra cosa e sarà dura mettersi contro in quanto ormai apprezzata anche dai Paesi asiatici:
a) non è una valuta isolata, è una moneta paniere, 16 Paesi su 27 dell’Unione Europea attualmente vi aderiscono;
b) il Pil dell'Unione a 27 Paesi (dati 2008) è stato di 12 504 miliardi di euro ma se tradotto in $ (dato medio cross rate 2008 = 1,4500) risulta essere di oltre 18.000 $ abbastanza superiore al Pil Usa 2008 (circa 14.000 mld di $);
c) i Paesi che aderiscono all’euro hanno un Pil all’interno della stessa UE di circa il 75 % del Pil totale Ue e quindi, espresso in $ 2008, sono più o meno allo stesso livello del Pil Usa;
d) viviamo in un altro contesto storico e geoeconomico e politico diverso dall’altro millennio e con prospettive per gli 11 Paesi Ue non ancora aderenti all’euro stesso convergenti sempre più ad un’integrazione monetaria comune verso i 16 già aderenti (è solo questione di tempo, legati ai parametri di Maastricht);
e) guardando ai fondamentali (dei debiti pubblici) a me tanto cari, troviamo che secondo i dati Fmi il rapporto deficit/pil si concluderà nel 2009 (quando arriveranno i dati definitivi) per i Paesi Euro inferiore del 6% che negli Usa e più basso del 10% rispetto al Giappone;
f) la volontà internazionale (anche se di difficile attuazione) per una nuova “Bretton Woods”.
6) E il dollaro soffre di quanto ricordato in altri Post andando avedere il seguente link: www.usdebtclock.org
Ed ecco allora quello che tutte le persone di buon senso si dovrebbero augurare che avvenga. Quello cioè che da tempo Giulio Tremonti insegue. L’avvio di un «legal standard» cioè regole e norme contro la crisi finanziaria. La proposta di uno standard etico-giuridico internazionale, che tutti i paesi dovranno rispettare, regole mondiali per governare il futuro della globalizzazione. Un nuovo ordine globale come una volta c'era il gold standard. Sono regole che non andranno a frapporsi ma andranno ad integrare quelle che in APRILE 2010 saranno discusse alla riunione del G20 a Londra.
Questo "Legal Standard" ……dal sito del IL sole 24 Ore del 16 gennaio 2010 (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/01/tremonti-lista-economie-canaglia.shtml?uuid=818f287a-e3ca-11dd-8bb2-8e7c532a6d51) …. potrebbe contenere un set minimo di regole di base sulla proprietà delle attività internazionali e sulla trasparenza che l'intera comunità internazionale dovrà rispettare». Questo mix di norme «volontarie e obbligatorie» sarebbe monitorato con un'ampia gamma di strumenti, tra cui il «peer review», la revisione tra pari, il «naming and shaming», il fare nomi, l'accusare pubblicamente, gli indicatori e «una lista nera… per le economie "canaglia"». L'Italia, continua l'articolo, sta già lavorando con l'Ocse per sviluppare strumenti. «Alcuni già esistono». Gli strumenti Ocse proposti per il legal standard – si legge ancora sul Financial Times - comprendono: una convenzione anti-corruzione, principi di corporate governance che includano le imprese di proprietà statale, linee guida sulle imprese multinazionali, standard di trasparenza e cooperazione sul fisco, principi sulla pubblicità delle informazioni finanziarie, le raccomandazioni esistenti della task force del G7 sull'anti-riciclaggio, e gli standard sui diritti di proprietà internazionali. Le proposte – scrive il quotidiano - nascono dalla convinzione di Tremonti che «il vero capitalismo sia in crisi perché la globalizzazione che ha incluso l'Asia nell'ultimo decennio si è estesa troppo in fretta, è cresciuta troppo presto e ha comportato troppo "leverage", troppo debito». «Quella che lui chiama "tecnofinanza", compresa la proliferazione dei derivati – conclude il Financial Times - è stata creata sulla piattaforma di una globalizzazione senza ostacoli», in parti del mondo dove «la sola regola è l'assenza di regole».
In definitiva mi sento di finire con due citazioni di due grandi economisti che di economia e finanza se intendono davvero. John Kenneth Galbraith che disse sempre che l’economia serve solo quando c’è qualche complicazione di troppo ma volendo se ne può fare anche a meno e Sergio Ricossa, intervistato da La Stampa sabato scorso (27 febbraio 2010), che da economista liberale qual’è, decano di una scienza “inesistente” come lui stesso la chiama, tra ironia e disincanto dice: è meno utile di altre, la si studi, ma per favore non la si prenda troppo sul serio.
Dunque alla fine di questa lunga disamina direi comunque che il futuro dell’euro (a mio avviso), sarà più nella LOGICA DEI FONDAMENTALI E NON NELLA SPECULAZIONE che può vincere nel breve ma poi è destinata a perdere (spesso predica male e razzola pure peggio… magari per fare poi l’opposto di quello che dice) e che alle volte finisce, se sbaglia, di essere irrisa e cadere nel ridicolo come quando, con tutto il rispetto per il Santo Padre Papa Benedetto XVI, disse poche settimane fa per evitare facili allarmismi, a “maghi ed economisti”, ….…astenetevi dal fare previsioni !!!!!
A maggior ragione chissà, se da filantropo più che da speculatore, Soros e amici hanno buone orecchie ?? (non credo che i soldi abbiano un buon cuore…purtroppo)….
O meglio ancora e vi saluto amici investitori ed analisti, attenti ai furbastri !!!!!
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