Torino, 17 giugno 2011
Come più volte ricordato non sottovalutiamo l'importnaza dell'espansione dei capitali cinesi (in euro) in Europa e non solo (vedi Africa e America del Sud).
Da La Stampa online di oggi
La Cina torna mostrarsi pronta a dare una mano all'Europa contro la crisi sui debiti, ma ora accompagna le sue manifestazioni di solidarietà a richieste nemmeno tanto velate su visti e permessi di lavoro da concedere al personale delle imprese cinesi che vogliono operare in Europa. Non che da Pechino le due cose vengano esplicitamente collegate come contropartite l'una dell'altra, ma nell'attento gergo diplomatico di vari esponenti del regime cinese - nell'imminenza di un viaggio di Stato del premier Wen Jiabao la prossima settimana in diversi paesi europei, tra cui la Germania - difficilmente si creano coincidenza involontarie. Oggi da un lato messaggi rassicuranti sull'Europa sono giunti dalla vice ministro degli Esteri, Fu Ting, che ha ribadito la volontà della Cina di investirvi, ma la stessa ha anche colto l'occasione per avanzare alcuni appunti all'atteggiamento "non favorevole" che "alcuni esponenti politici europei" hanno nei confronti delle imprese cinesi. Ancora più esplicito il vice direttore del dipartimento Affari europei del ministero degli Esteri, Wang Zhimin: che ha parlato di "problemi" che "si ripercuotono sull'entusiasmo delle imprese cinesi sugli investimenti in Europa. Attualmente - ha aggiunto - uno dei problemi principali per le nostre imprese è costituito dai visti e dalle autorizzazioni sul lavoro". Ieri, alla seconda giornata di alta tensione di mercato sulla crisi del debito della Grecia, un portavoce degli Esteri, Hong Lei, era intervenuto con rassicurazioni, affermando che la Cina resta un "investitore di lungo termine" sui bond europei. Materialmente significava segnalare ai mercati che Pechino è potrebbe muoversi per sostenere le emissioni dei paesi europei. Non è la prima volta che nelle situazioni difficili la Cina si fa avanti con rassicurazioni sull'Europa. A favorire questi slanci 'solidaristici' potrebbe contribuire la circostanza che ormai da anni il Vecchio Continente rappresenta il primo mercato di sbocco del gigantesco export cinese, che potrebbe risultare danneggiato quindi dall'eventualità di un deterioramento del quadrio economico Ue. (fonte Afp)
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