Torino, 12 giugno 2011
Per noi italiani da sempre abituati ad essere un popolo risparmiatore e all'onor del mondo, con il Giappone, a concerdici il palmares dei più "risparmiosi" al mondo i dati Adusbef (su fonte Banca d'Italia) dicono che sia anche noi un pò malmessi...certamente complice la crisi 2008 e dintorni, l'alto tasso di disoccupazione, soprattutto quello giovanile (intorno al 28%) !!.
Da Il Sole 24 ore online di ieri riproponiamo volentieri l'analisi e il commento.
Le famiglie pagano il conto della crisi 2006-2010
La crisi ha cambiato le consuetudini delle famiglie italiane, che per far fronte alle difficoltà si ritrovano ad essere sempre più cicale e sempre meno formiche. Dal 2006 al 2010, il quinquennio nero dell'economia, i debiti sono schizzati in alto e i risparmi hanno messo a segno un vero e proprio tonfo. A dare le cifre sulla trasformazione dei bilanci familiari è l'Adusbef che, elaborando dati della Banca d'Italia, calcola che le passività sono cresciute del 55% (passando da 595,6 a 923,3 miliardi di euro) e contemporaneamente le risorse messe da parte si sono quasi dimezzate, segnando una discesa del 49% (da 60 a 30,6 miliardi).
Spesso la causa delle difficoltà sta nell'acquisto dell'abitazione. Infatti, lo studio spiega come il peso della passività sulle spalle delle famiglie risente «dell'impennata dei debiti a medio e lungo termine», che sono cresciute nei cinque anni di oltre la metà (da 425,6 a 643,4 miliardi di euro). E una buona parte deriva dai mutui per la casa. Ma in tempo di crisi diventa più difficile rispettare le scadende delle rate, ecco che l'associazione a tutela del consumatore sottolinea come dal 2006 al 2010 sia «notevolmente» aumentato il numero delle famiglie in difficoltà nell'onorare i propri impegni. Complessivamente le sofferenza sono salite del 46,9%.
Sempre a doppia cifra è anche il tonfo dei risparmi, che diventa ancora peggiore se si fa riferimento all'arco temporale che va dal 2002 al 2010 (-67,75%). Ma anche solo guardando al 2010 la discesa e stata del 26,6% rispetto al 2009. Insomma fanno notare il presidente Adusbef, Elio Lannutti, e il segretario dell'associazione, Mauro Novelli, che hanno curato lo studio, «il risparmio privato declina velocemente al perdurare della crisi finanziaria internazionale e - aggiungono - un numero sempre maggiore di famiglie in difficoltà vede chiudersi il canale bancario e deve far ricorso alle finanziarie, a tassi crescenti».
Il confronto con gli altri Paesi vede comunque ancora l'Italia in una posizione di vantaggio, nello studio si legge come «pur cresciuti dal 2004, i nostri debiti privati del 2010 superano appena il 60% del reddito disponibile», mentre le famiglie francesi si avvicinerebbero all'80%, le tedesche al 90%, la Spagna si avvicina al 110 % e ancora peggio fanno i Paesi anglosassoni. Ma, l'Adusbef esprime comunque preoccupazioni per il futuro: «Non sappiamo per quanto durerà ancora questa situazione. Certamente le finanze familiari, che rappresentano l'unico nostro baluardo finanziario, stanno velocemente dando fondo sia ai risparmi accantonati per far fronte a situazioni di criticità, sia al merito di credito conquistato in decenni di corretta ed accorta gestione economica».
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