Torino, 16 febbario 2011
Anche ieri è stato rimarcato da Tremonti la necessità nell'Ecofin risolutivo di marzo di calcolare nei debiti dei Paesi anche il settore privato.
Riproponiamo un interessante articolo apparso oggi su IL Sole 24 ore online:
«Non ci sarà accordo su niente se non c'è accordo su tutto». Lo ha detto, riferendosi ai debiti pubblici, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nella conferenza stampa al termine dell'Ecofin. «L'Italia - ha aggiunto - è a favore di una maggiore disciplina sul fronte del debito pubblico, ma non pensa che venga presa in considerazione anche la finanza privata dei Paesi». Secondo Tremonti però «alla fine la posizione dell'Italia passerà».
Per il ministro dell'Economia «i prossimi consigli Ue si chiuderanno in modo positivo per l'Italia in relazione alla valutazione del debito pubblico». L'aspetto positivo del negoziato in corso, ha detto Tremonti, implica che ci sarà un'indicazione sulla «dinamica di correzione del debito pubblico mitigata dall'indicazione che saranno tenuti in considerazione altri fattori rilevanti». Il ministro ha citato l'andamento del debito privato, quello dell'economia, la situazione del sistema bancario. Non passerà, in sostanza, un'impostazione all'insegna dell'automatismo. Le nuove regole entreranno in vigore dal 2015, dice Tremonti: «Siamo a favore di una disciplina maggiore sul debito pubblico, ma che sia allineata ad altri fattori rilevanti: per la forza della ragione passerà la posizione italiana». Riguardo alla stima rilasciata oggi dall'Istat sul Pil italiano, il ministro ha commentato «siamo contenti della crescita del Pil all'1,1% (nel 2010, ndr), ma dobbiamo fare molto di più».
Tremonti ha auspicato che «la sorveglianza macroeconomica della Bce non si deve limitare solo al controllo della finanza pubblica ma anche a quello della finanza privata. Per questo ho chiesto alla banca centrale un esame su cio che è successo in questi anni sul fronte della finanza privata e di aggiornarci di volta in volta in futuro».
Infine, un giudizio sul piano competitività presentato da Francia-Germania, che in tutti i suoi punti - dall'abolizione dell'indicizzazione dei salari all'innalzamento dell'età pensionabile, fino alla regola dell'indebitamento nelle costituzioni - «a noi va bene». Tremonti ha sottolineato che in ogni caso sarebbe meglio evitare «diktat».
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