Torino, 1 luglio 2010
Questo sì è un dato preoccupante. Si parla di ripresa sì o ripresa no ma il dato pubblicato oggi dall'Istat deve farci riflettere al di là di altri dati macroeconomici che dicono con prudenza che, pur a macchia di leopardo, c'è una ripresa.
Il mio riferimento è agli investiemnti lordi che scendono del 12,1% con il calo più marcato dal '93.
Il mio riferimento è agli investiemnti lordi che scendono del 12,1% con il calo più marcato dal '93.
Ecco l'importante commento dal sito de "La Stampa online" di stasera 1 luglio:
Causa crisi, imprese e amministrazioni pubbliche tagliano la spesa in beni capitali. Gli investimenti fissi lordi nel 2009 segnano, infatti, un crollo del 12,1%, il calo più ampio di sempre, almeno dal 1970, inizio delle serie storiche. E paragonabile solo - con un risultato anche peggiore - alla diminuzione seguita alla precedente crisi del 1992-93, che nel 1993, appunto, portò ad una contrazione dell’11,5%. A dirlo è uno studio dell’Istat, che evidenzia come si sia «accentuata» la relativa fase di contrazione iniziata nel 2008 (-4,0%).
Sotto la lente gli investimenti per macchinari, attrezzature, computer e software, mobili, mezzi di trasporto sino alle costruzioni, dai fabbricati ai capannoni e uffici ma anche le abitazioni, per le quali entrano in campo pure le famiglie. Protagonisti della debacle sono tutti i settori dell’economia: agricoltura, industria e servizi. Ed è l’agricoltura che segna la flessione maggiore in termini percentuali (-17,4%); a seguire l’industria (-14,9%); poi i servizi, con un -10,6%, ma il calo si amplia all’11,3% al netto degli investimenti in abitazioni.
Intanto, la via della ripresa sembra delineata e il 2010 offre segnali più che positivi sulla produzione industriale. Il Centro studi di Confindustria rileva un marcato aumento della produzione, con un incremento a giugno pari all’1,1% su maggio e al 10% nel confronto annuo. Che risulta il maggior rialzo tendenziale dal dicembre 1997 (+9,6%); anche se va sottolineato che il confronto è con dati molto bassi, visto che nel 2009 si sono registrati cali a due cifre, superiori anche al 20%. Bene pure gli ordinativi, che segnano un +1,2% a giugno rispetto a maggio e un +3,3% su base annua. Segnali dunque positivi, tanto che il Csc stima per il secondo trimestre una accelerazione della produzione al 2,5% sul primo (dall’1,7% del precedente) e «un ulteriore recupero» per il terzo trimestre.
Tornando agli investimenti fissi lordi, quelli per addetto, nel 2009 in media ammontano a 9.600 euro, rafforzando la tendenza alla diminuzione manifestatasi già nel 2008 (10.600 euro, contro gli 11.000 euro nel 2007).
In generale, rispetto alla composizione settoriale della spesa per investimenti resta il ruolo dominante del settore dei servizi che, nel 2009, ha effettuato il 68,1% del totale (59,0% al netto delle abitazioni), una quota in crescita rispetto al 67,0% del 2008. Il peso del settore industriale si è ridotto dal 29,3% nel 2008 al 28,3% nel 2009, mentre Š sostanzialmente stabile quello del settore agricolo (3,6% contro il 3,8% nel 2008). Per quanto riguarda la composizione percentuale per tipologia di bene di investimento si evidenzia, invece, sempre per il 2009, un peso crescente degli investimenti in costruzioni (49,5% dal 47,1% del 2008); in flessione, invece, tra gli altri, risulta la quota di investimenti in macchine e attrezzature (dal 27,3% del 2008 al 24,8% del 2009). Quanto allo stock di capitale netto, la sua crescita in termini reali «registra una brusca frenata», attestandosi allo 0,5% rispetto all’1,3% del 2008. La dinamica positiva del 2009 è dovuta esclusivamente alla crescita nel settore dei servizi (+0,9%). Infine, nel 2009 il tasso di crescita degli ammortamenti si attesta allo 0,7%, in rallentamento rispetto all’anno precedente (+1,5%).
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