Torino, 20 ottobre 2010
Finalmente il "Nuovo Patto di Stabilità" UE darà più credibilità e stabilità all'Europa e all'euro in attesa di nuove misure o almeno progetti fattibili da prendere in seno al prossimoG20 di Seul. Misure fin ora e in prospettiva forti e amare ma con un occhio ai conti come si fa nelle migliori aziende e famiglie. Per anni, il mercato aveva fatto finta di non accorgersene. Ora dopo un trentennio di debito accumulato è arrivata l'ora di prendersi le proprie responsabilità e questo vale sia per l'Europa che per gli Usa.
Intanto da La Stampa on line riportiamo quanto scritto sull'argomento il 18 ottobre:
Compromesso Ue sul patto di stabilità, Tremonti: "Per noi deficit essenziale"
Dopo la maratona arriva il sì: niente sanzioni automatiche ai Paesi che violano le regole, ok alla modifica del trattato di Lisbona entro fine 2013
«Habemus pactum...novum»: così il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha annunciato l’accordo raggiunto dopo una maratona di undici ore dai 27 ministri finanziari della Ue sulla riforma del Patto europeo di stabilità e di crescita. Un’intesa resa possibile, ancora una volta, grazie al compromesso raggiunto tra Berlino e Parigi. Tanto che mentre la task force dei ministri era ancora riunita a Lussemburgo, a spiegare i termini dell’accordo sono stati il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, dalla cittadina francese di Deauville.
Ora saranno i capi di Stato e di governo nel corso del vertice del 28 e 29 ottobre a Bruxelles a suggellare l’accordo politico, che nei prossimi mesi dovrà essere riempito con i numeri e i dettagli più tecnici. «Non abbiamo ancora tutti gli elementi», ha ammesso il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, aggiungendo: «E si sa che il diavolo sta nei dettagli». Quei dettagli su cui i 27 sono ancora divisi. La speranza è comunque quella che le nuove regole possano essere pronte entro l’estate del 2011, per poi entrare in vigore dall’inizio del 2012.
Questi i termini dell’accordo raggiunto: da una parte i Paesi più rigoristi guidati dalla Germania hanno ceduto qualcosa sul fronte dell’automaticità delle sanzioni, ma avrebbero ottenuto (stando alle parole di Sarkozy e Merkel), l’impegno a valutare una possibile modifica dei trattati Ue per avviare una "fase due" della riforma del Patto. In pratica, si è deciso che le sanzioni per i Paesi non virtuosi non scatteranno immediatamente, quando uno Stato va in deficit eccessivo, ma dopo sei mesi se nel frattempo non saranno state prese le misure correttive necessarie. A quel punto le sanzioni saranno comminate dalla Commissione Ue e il Consiglio Ue le potrà respingere solo con una maggioranza qualificata degli Stati. Sul fronte del debito, poi, nel testo non compare alcun riferimento sull’entità del taglio dei debiti eccessivi (che Bruxelles nella sua proposta individua in un ventesimo l’anno). Viene quindi confermato che nel valutare la situazione del debito pubblico di un Paese si terrà conto di alcuni «fattori rilevanti», tra cui il debito privato, come fortemente voluto dall’Italia. Dal canto suo, Berlino ha ottenuto l’impegno a modificare, da qui al 2013, il trattato di Lisbona: la chiave, questa, per arrivare a misure su cui la Germania insiste da tempo, come la sospensione del diritto di voto per i Paesi recidivi nel violare le regole del Patto, e la creazione di un fondo di salvataggio permanente per gli Stati in difficoltà, sulla scia del piano salva-Grecia. Molto soddisfatto Tremonti. «È un buon testo - ha affermato - perchè sono state trovate formule flessibili, ragionevoli e assolutamente gestibili da parte del nostro Paese». Il ministro ha poi tenuto a sottolineare come «il Patto così ridisegnato ci consente di recepire gli insegnamenti della crisi: che non è nata - ha ribadito - dai debiti pubblici ma dalla finanza privata». E comunque, ha concluso, «per noi resta fondamentale la correzione dei deficit. Tutto il resto sarà oggetto di future considerazioni».