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Chi uscirà prima dalla tenaglia del debito pubblico: Usa o Europa ?

Torino, 21 dicembre 2010

E' e sarà sempre più confronto tra le capacità di Usa ed Europa di far fronte ai rispettivi debiti pubblici.
Un'interessante analisi è quella svolta dal GEAB riportata dal Wallstreetitalia.com e qui riproposta.
I rimandi relativi alla bibiografia si ritrovano nel sito all'indirizzo:
http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=1055831
Pubblichiamo l'analisi GEAB n.50 (Global Europe Anticipation Bulletin) il rapporto del think-tank LEAP/Europe 2020 per i PFG ("Poteri forti globali") che Wall Street Italia ritiene debba essere fatto conoscere a decine di migliaia di persone in piu', perche' faccia veramente presa. Infatti e' venuto il momento storico di tallonare senza tregua e richiamare alle loro reponsabilita' le poche persone della Casta (non eletta) che gestiscono il Monopoli mondiale a scapito e spesso contro il volere di noi cittadini "normali". Non e' giusto sia cosi'. Ed e' meglio che siamo molti di piu' a sapere.
GEAB N°50: Crisi sistemica globale: seconda meta' del 2011 - Contesto europeo, catalizzatore Usa - Esplosione della bolla dei debiti pubblici occidentali
Il secondo semestre 2011 segnerà il momento in cui l’ insieme degli operatori finanziari del pianeta finalmente capirà che l’Occidente non rimborserà una parte importante dei prestiti richiesti nel corso degli ultimi due decenni. Secondo LEAP/E2020, sarà infatti verso l’ottobre 2011 – a causa dello sprofondamento di un grande numero di città e di stati americani in situazioni finanziarie inestricabili in seguito alla fine dei finanziamenti federali dei loro disavanzi, mentre l’ Europa farà fronte ad una necessità molto importante di rifinanziamento dei suoi debiti (1) – che questa situazione esplosiva si rivelerà in tutta la sua ampiezza.
L’ amplificazione mediatica della crisi europea in materia di debiti sovrani dei paesi periferici di Eurolandia genererà il contesto di tale esplosione da cui il mercato americano "dei Munis„ (2) ha già portato un assaggio nel novembre 2010 (come previsto dal nostro gruppo fin dallo scorso giugno nella GEAB N°46 con un mini-crash che ha visto andare in fumo tutti i profitti dell’ nno in alcuni giorni. Questa volta il crash (compreso il fallimento del gruppo di ri-assicurazione "monoline" Ambac (3)) si è svolto con discrezione (4) poiché la macchina mediatica anglosassone (5) è riuscita a dirottare l’attenzione mondiale su un nuovo episodio della sitcom fantasiosa "la fine dell’ Euro o il remake monetario dell’influenza H1N1„ (6). Tuttavia, la sovrapposizione degli chocs negli Stati Uniti ed in Europa costituisce una configurazione molto inquietante, comparabile secondo il nostro gruppo allo choc di "Bear Stearn„ che precedette di otto mesi il fallimento di Lehman Brothers e il crollo di Wall Street nel settembre 2008. Ma i lettori del GEAB sanno bene che gli chocs importanti di rado finiscono in prima pagina con molti mesi d’anticipo, mentre i falsi allarmi quasi sempre (7)!
In questo numero 50 del GEAB, anticipiamo dunque l’ evoluzione di questo choc terminale dei debiti pubblici occidentali (in particolare dei debiti americani ed europei) come pure i mezzi per premunirsi. D’altra parte, analizziamo le conseguenze strutturalmente molto importanti delle rivelazioni di Wikileaks sull’influenza internazionale degli Stati Uniti e la loro interazione con le conseguenze globali del Quantitative Easing II, programmato dalla Fed. Questo numero di dicembre del GEAB è naturalmente l’occasione per valutare la pertinenza delle nostre anticipazioni per il 2010, con un tasso di successo che per quest’anno è del 78%. Sviluppiamo anche consigli strategici per Eurolandia (8) e gli Stati Uniti. E pubblichiamo l’indice GEAB-$ che permetterà ormai ogni mese di seguire sinteticamente l’evoluzione del dollaro US rispetto alle principali valute mondiali (9). In questo comunicato pubblico del GEAB N°50, abbiamo scelto di presentare un estratto di anticipazione circa l’esplosione della bolla dei debiti pubblici occidentali.
Così, la crisi dell’ indebitamento pubblico occidentale si accentua molto rapidamente per la pressione di quattro costrizioni sempre più forti:
. l’ assenza della ripresa economica negli Stati Uniti che strangola l’ insieme delle Comunità pubbliche (tra cui lo Stato Federale (10)) abituate in quest’ultimi decenni ad un indebitamento facile e ad entrate fiscali importanti (11)
. l’ indebolimento strutturale accelerato degli Stati Uniti tanto in materia monetaria, finanziaria che diplomatica (12) che riduce la loro attitudine ad attirare il risparmio mondiale (13)
. il prosciugamento mondiale delle fonti di finanziamento economico che accelera la crisi di sovraindebitamento dei paesi periferici europei (di Eurolandia come Grecia, Irlanda, Portogallo Spagna,… ed anche del Regno Unito (14)) ed inizia a toccare i paesi-chiave (USA, Germania, Giappone (15)) in un contesto di rifinanziamento molto importante dei debiti europei nel 2011
. la trasformazione di Eurolandia in un nuovo "sovrano„ che elabora gradualmente altre regole del gioco per i debiti pubblici del continente.

Queste quattro costrizioni generano fenomeni e reazioni variabili secondo le regioni/paesi.
Il contesto europeo: il cammino dal lassismo al rigore sarà in parte pagato dagli investitori
Dal lato europeo, si assiste così alla trasformazione laboriosa, ma incredibilmente rapida, della zona euro in un tipo di entità semi-statale: Eurolandia. La parte faticosa del processo non attiene soltanto alla debole qualità del personale politico interessato (16) come martellano in lunghe interviste "i precursori„ dell’Europa quali Helmut Schmidt, Valéry Giscard d’ Estaing o Jacques Delors. Non avendo mai dovuto far fronte ad una crisi storica di questa ampiezza, un po’ di modestia farebbe loro bene. Questo lato gravoso dipende anche dal fatto che le evoluzioni in corso nella zona euro sono di un’ampiezza politica gigantesca (17) e che sono effettuate senza alcun mandato politico democratico: questa situazione paralizza i dirigenti europei che passano il loro tempo a negare quello che stanno per fare, cioè, costruire un tipo di entità politica che si doterà di componenti economiche, sociali, fiscali,… (18) Eletti prima che la crisi scoppiasse, non sanno che i loro elettori (ed allo stesso tempo i soggetti economici e finanziari) sarebbero in gran parte soddisfatti di una spiegazione sul corso delle decisioni previste (19). Poiché la maggior parte delle grandi decisioni a venire è già identificabile, come noi analizziamo in questo numero del GEAB.
Infine, c’è il fatto che le azioni di questi stessi dirigenti sono dissecate e manipolate dai principali mass media specializzati nelle questioni economiche e finanziarie, di cui nessuno appartiene alla zona euro, e che tutti al contrario sono ancorati alla zona $/£ dove il rafforzamento dell’Euro è considerato come una catastrofe. Questi stessi mass media contribuiscono direttamente a imbrogliare le carte sul processo in corso in Eurolandia (20). Tuttavia, si può constatare che quest’influenza nociva diminuisce poiché, tra "la crisi greca„ e "la crisi irlandese„, la volatilità indotta sul valore dell’Euro si è affievolita. Secondo il nostro gruppo, nella primavera del 2011 questo diventerà un fenomeno trascurabile. Non resterà dunque altro che la questione della qualità del personale politico di Eurolandia che sarà profondamente rinnovato a partire dal 2012 (21); e, più fondamentale ancora, il problema considerevole della legittimità democratica dei formidabili avanzamenti in materia di integrazione europea (22). Ma in un certo modo, si può dire che da qui al 2012/2013, Eurolandia avrà istituito i meccanismi che le avranno permesso di resistere allo choc della crisi, anche se le occorrerà legittimare a posteriori la loro esistenza (23).
In materia, cosa che contribuirà ad accelerare l’esplosione della bolla dei debiti pubblici occidentali, e che interverrà in modo concomitante per il suo catalizzatore US, è la comprensione da parte degli operatori finanziari di ciò che si nasconde dietro il dibattito "delle Eurobligations„ (o E) (24) di cui si inizia a parlare da alcune settimane (25). A partire dalla fine 2011 (al più tardi) la sostanza di questo dibattito inizierà ad essere rivelata nel quadro della preparazione della perpetuazione del Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria (26). Ma, cosa che apparirà bruscamente per la maggioranza degli investitori che speculano attualmente sui tassi esorbitanti debiti greci, irlandesi, ecc.…, è che la solidarietà di Eurolandia non si estenderà fino a loro, in particolare quando si porranno i casi della Spagna, dell’Italia o del Belgio, qualsiasi cosa ne dicano i dirigenti europei oggi (27). In breve, secondo LEAP/E2020 occorre aspettarsi un’operazione immensa di scambi di debiti sovrani (sulla base della crisi globale in materia di debiti pubblici) che vedrà offrire Eurobbligazioni garantite da Eurolandia a tassi molto bassi contro titoli nazionali a tassi elevati con una detrazione dal 30% al 50% poiché, nel frattempo, la situazione dell’ insieme del mercato dei debiti pubblici occidentali si sarà deteriorato. I dirigenti di Eurolandia nuovamente eletti (28) (dopo il 2012) saranno democraticamente legittimati ad effettuare tale operazione di cui grandi le banche (anche europee (29)) saranno le prime vittime. È molto probabile che alcuni creditori sovrani privilegiati come la Cina, la Russia, i paesi petroliferi,… si vedranno proporre trattamenti preferenziali. Non si lamenteranno poiché l’operazione avrà per conseguenza quella di garantire i loro importanti averi in euro.

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