A dispetto della dietrologia non è un fatto "misconosciuto" che i Paesi anglosassoni hanno mal sopportato da sempre la nascita dell'Euro. Dalla spocchiosa Inghilterra agli Usa con il venir meno della loro leadership mondiale (causa debito pubblico gigante, Pil in calo causa globalizzazione come d'altronde negli altri Paesi industrializzati, mancanza di leadership sopratutto internazionale da parte di quel bravo ex studente, quasi giovanotto e tecnico/burocrate ma non politico che è Obama). E proprio in questi giorni di turbolenza finanziaria mi è venuto in mente un articolo uscito a fine luglio ma più che mai attuale.
Stando così le cose diciamo questo:
1) I BRIC (Brasile, Russia, India e Cina e diciamo pure gli altri che formano il G20 esclusi gli industrializzati) hanno in mano in buona parte, in questo momento e chissà per quanto, le sorti della CRESCITA del mondo
2) Quindi per "I Ricchi" anglosassoni (ricordiamoci quanto sta male sul piano del debito pubblico anche l'UK e Cameron è ancora inguiato dai casini preferie ... molti lo attendono al varco ... mentre Obama ha la rielezione in pericolo) quale miglior terreno di confronto/scontro se non far fuori come e dove e possibile l'Euro e "sputtanare" anche l'Europa nel suo insieme.
3) Visto che l'economia reale ha come detto un suo corso con Paesi sovrani terzi possessori in tutto il mondo di importanti assets reali, monetari e finanziari (Cina in primis che detta legge anche non detta ...) la voglia di riscatto del dollaro e delle lobbies che lo sostengono è molto forte ed ecco quindi che vi ripropongo quanto scritto su Wallstreetitalia.com su cosa pensa l'Associazione dei Potenti "BILDERBERG"
N.B. Anche se vecchio di tre mesi è sempre attuale...
4) Ma forse non andrà in porto un bel niente perchè il VALORE CULTURALE DELL'IDEA EUROPA E DEI SUOI CONCITTADINI (INTESI COME VALORI CULTURALI) E' SUPERIORE AGLI SPOCCHIOSI E PRAGMATICI (ma non e' tutto nella vita !!!) ANGLOSASSONI.
Già ai tempi di Cavour andava bene tutto ...ma non toccategli gli affari. BUSINESS IS BUSINESS.
Buona lettura.
Da WSI.com
Uno degli argomenti principali trattati nell'ultima riunione della societa' quasi segreta dei potenti di Bilderberg, una delle piu' ambiziose elite del mondo (vogliono il controllo globale), pare sia stata "la liquidazione dell'Europa".
Ecco come sono andate le cose, punto per punto, sulle Alpi Svizzere il 9-12 giugno 2011, secondo i racconti di diversi analisti, il cui contenuto va letto e interpretato con il dovuto distacco e senso critico. WSI ne aveva gia' offerto un primo resoconto due mesi fa.
A Saint Moritz non si e' parlato solo del disastro di Fukushima e delle rivolte della primavera araba, ma anche della chiusura degli impianti nucleari in Germania, dei presunti problemi legati alle attivita' su Internet e (come reso noto dal direttore generale della Deutsche Bank J. Akkerman, tra i membri fissi della lobby che punta a istaurare un nuovo ordine mondiale) del "prolungamento artificioso della crisi allo scopo di indebolire le economie nazionali.
Una delle colpe maggiori del continente e' avere 400 milioni di persone che vivono con standard di vita troppo alti e costosi per lo stato (vedi sistema di sussistenza e servizi sociali). Per annullare tali privilegi, l'idea e' scatenare "un caos gestito" che sarebbe "utile non solo per screditare i politici, ma l'istituzione della statualita' come tale", che la plutocrazia considera il suo nemico principale.
Non si potra' arrivare a un nuovo sistema di governance, senza prima provocare la demolizione della fortezza Europa. Per farlo vanno colpiti i settori finanziario, politico e sociale.
Gli obiettivi principali per scardinare i tre pilastri sono: 1) minare le economie nazionali, 2) provocare la rottura dell'Unione Europea e 3) scatenare un "caos gestito" esportando le rivoluzioni, i flussi migratori di rifugiati musulmani e la dipendenza da sostanze stupafecenti.
Per raggiungere il primo obiettivo, il piano ambizioso si propone non solo di minare la credibilita' dell'euro, ma provocare anche un default del debito di paesi che non fanno parte dell'area della moneta unica. Un default che sarebbe la conseguenza di una crisi finanziaria iniziata quattro anni fa e che riguarda tutti i membri della piramide mondiale, compresa la Federal Reserve.
Il collasso del sistema della banca centrale americana finira' per pesare sulle spalle della popolazione statunitense e sara' l'inevitabile e logica fine dei 40 anni di dominio dei soliti noti delle forze mondiali, che e' stato redditizio per gli organizzatori del sistema e penalizzante per tutti gli altri.
Grecia e Piigs sono diventati i capri espiatori solo perche' non sono riusciti a resistere alle pressioni esercitate dal "casino' globale" e hanno perso sempre piu' fonti di risorsa interne. Dalla riunione di due mesi fa e' emerso inoltre che la solidarieta' politica della Ue non assicura per forza l'integrita' della stessa unione.
E' una situazione in cui tutti preferiscono morire soli. All'inizio della crisi greca si parlava di "effetto domino" e della catastrofe che avrebbe rappresentato l'uscita di Atene dall'Ue. Ma a fine giugno ormai il crack di un solo paese era diventato un'opzione a breve termine presa in considerazione come la pillola meno dolorosa da ingerire. Al contempo sono aumentate le richieste di espulsione di tutti i paesi insolventi dalla confederazione europea.
Per quanto riguarda l'attacco all'economia, portera' da un lato alla disintegrazione dell'Unione Europea e alla riduzione dei finanziamenti per i programmi di assistenza e servizi sociali con il conseguente inevitabile ampiamento del gap tra ricchi e poveri, dall'altro creera' la prima ondata di caos, i cui primi sintomi gia' si possono notare in questa fase.
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