Torino, 28 novembre 2010
Come detto ieri dal Presidente Napolitano bisogna che le Istituzioni europee e i Governi non indugino nel sostenere l'euro contro le speculazioni. A mio avviso i fondamentali (debito e deficit pubblici - e privati - europei aggregati, pur nelle diverse accezzioni di interpretazione, rimangono a favore dell'euro contro dollaro). Ecco perchè le annotazioni quotidiane dei media non "spostano" le analisi sui fondamentali al di là delle pur critiche situzioni del momento. Bisogna essere capaci di guardare al di là del contingente e valutare tre aspetti fondamentali se si vuole essere dei buoni analisti economici (macroeconomici e finanziari):
1) Lo status quo e la dinamica dei conti pubblici e dei debiti privati di uno Stato (di cui ho già detto).
2) Le dinamiche del Pil (la Fed ha appena rivisto al ribasso le previsoni future)
3) Le politiche monetarie, di cambio e valutare la liquidità in circolazione nei Paesi più importanti (ormai è assodata la volontà di diversificazione del rischio cambio dei Paesi ricchi emergenti)
4) Le novità di new and core/old business rivisitati a fine "consumer"sullo scenario mondiale e trarre conseguenze sugli asset allocation (compresi Hedge Foud e Fondi Sovrani). Aspetto più instabile e di difficile individuazione di un trend. Tipico da "predator", "Hit and run" vista la diversificazione possibile degli investimenti.
Tornando all'Europa e all'Euro ecco un riferimento esauriente sull'attuale situazione di soccorso all'Iranda tratto da La Stampa online di oggi:
Pronto un prestito di 85 miliardi
Si terrà a Bruxelles a partire dalle 13 con la presenza fisica dei ministri delle Finanze dei 16 paesi della moneta unica la riunione straordinaria dell’Eurogruppo per varare il piano di aiuti all’economia irlandese. L’annuncio ufficiale è stato dato questa mattina, dopo che per tutta la giornata di ieri si sono rincorse le ipotesi contrastanti sull’eventualità che la decisione fosse o no presa in teleconferenza.
Già ieri in tarda serata la presidenza belga aveva confermato la convocazione di un consiglio «informale» Ecofin, allargato quindi ai 27 paesi dell’Unione europea, che si riunirà subito dopo l’Eurogruppo. L’Italia sarà rappresentata a entrambe le riunioni dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Secondo le ultime indiscrezioni circolate a Bruxelles, i partner europei dell’Irlanda, il Fmi e la Bce avrebbero raggiunto con le autorità irlandesi, che mercoledì scorso hanno presentato un piano di tagli e nuove entrate per i prossimi 4 anni, l’accordo per un aiuto di circa 85 miliardi.
Fino a ieri in tarda serata però i dettagli del piano di salvataggio, in particolare gli impegni che Dublino dovrà garantire per ottenerlo, erano ancora in fase di negoziazione, così come non era ancora stato deciso se i ministri Ue si sarebbero incontrati personalmente a Bruxelles o per teleconferenza, come avevano fatto la scorsa domenica quando avevano esaminato la richiesta di aiuti del governo irlandese. Secondo l’ipotesi rilanciata ieri sera da una rete televisiva irlandese, il tasso di interesse degli aiuti finanziari potrebbe arrivare al 6,7% (quelli concessi alla Grecia la scorsa primavera erano a un tasso del 5,2%).
Le misure di austerità annunciate dal governo mercoledì scorso prevedono 15 miliardi di tagli e aumenti delle tasse, per arrivare entro il 2014 al 3% del rapporto deficit/Pil, un decimo dell’attuale (32%). Gli aiuti della comunità internazionale proverranno in parte dall’European financial stability facility, il fondo da 440 miliardi creato l’estate scorsa per far fronte a rischi di stabilità per la zona euro dopo il caso greco, in parte dal Fondo monetario internazionale e ancora da prestiti bilaterali da parte di Regno Unito, Svezia e Danimarca, che pur essendo fuori dall’Eurozona sono particolarmente esposti verso l’economia irlandese.
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