Facendo seguito all'articolo di stamattina su questo Blog si aggiungono altri due del pomeriggio apparsi su Wallstreetitalia.com e l'altro su La Stampa online che non fanno altro che confermare che l'Europa è e starà per un certo periodo meglio degli Usa. La questione dei debiti pubblici e privati delle due aree va spesso più sul "sentiment" nato a livello di news mediatico come conseguenza "ad effetto" sulla singola notizia piuttosto che sulla vera analisi dei sottostanti. Ebbene questi, come tante e tante volte qui ribadito,
vedranno tra non molto gli Usa sull'orlo del "DEFAULT" sul DEBITO PUBBLICO" mentre un'ardua e contorta via di uscita sembra essere più una chance dell'area Euro rispetto ai cugini dell'altra sponda dell'Atlantico GRAZIE ANCHE AL PESO SPECIFICO DI PAESI COME LA GERMANIA CHE GODONO DI OTTIMA SALUTE !!
La Federal Reserve annaspa davvero mentre la Bce viaggia più su richiami al buon senso seguito da risoluzioni esecutive dell' Ecofin che alla lunga SEMBRANO PIU' CREDIBILI DEGLI USA.
E' questo che i mercati recepiranno per un certo periodo prima di novità rilevanti.
DA WALLSTREETITALIA.COM DI OGGI:
Il presidente della Banca centrale degli Stati Uniti Ben Bernanke in un'audizione al Senato Usa ammette che i progressi restano fiacchi e che ci vorranno 4-5 anni perche' il mercato del lavoro torni alla normalita'. Tasso di disoccupazione all'8% nel 2013.
"I progressi delle Federal Reserve rispetto agli obiettivi del mandato di massima occupazione e stabilita' dei prezzi restano deboli". Sono queste le parole da poco pronunciate dal presidente della Fed, Ben Bernake, di fronte alla commissione Bilancio del Senato degli Stati Uniti.
Nel suo discorso il governatore Usa ha ricordato le previsioni di novembre del Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale, in cui afferma di aspettarsi "un tasso di disoccupazione vicino all'8% tra due anni. Di questo passo, ci vorranno quattro o cinque anni per assistere a una normalizzazione del mercato del lavoro", ha aggiunto Bernanke.
Il presidente della Fed ha detto che "la ripresa dell'economia statunitense appare insufficiente a ridurre il tasso di disoccupazione in maniera significativa". Non mancano pero' segnali di fiducia: "in generale", ha riferito Bernanke, "il ritmo della ripresa economica sembra essere moderatamente piu' forte nel corso del 2011 rispetto a quello che e' stato nel 2010".
Un accenno anche a chi nell'amministrazione e al Congresso si occupa di conti pubblici: "Nel breve termine, i politici competenti devono continuare a tener conto dei bassi livelli dell'attivita' economica e della natura ancora fragile della ripresa dell'economia. Tuttavia, una parte importante del deficit nel bilancio federale appare essere strutturale piuttosto che ciclica. Per questo, il deficit restera' elevato in modo insostenibile anche se le condizioni dell'economia tornaranno alla normalita'". Insomma, "il governo si trova lungo un percorso fiscale insostenibile", ha aggiunto Bernanke, "non fare niente non puo' essere un'opzione a tempo indeterminato" e "piu' si aspetta, maggiori saranno i rischi in futuro
DA LA STAMPA ONLINE DI OGGI
Monito del presidente della Bce: «Dobbiamo consolidare i bilanci»
«Dopo uno degli anni più difficili per la nostra, ancora giovane, moneta comune è ora di voltare pagina. È ora che ciascuno degli stati membri si prenda le proprie responsabilità»: lo ha detto oggi il presidente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, durante un incontro con i vertici della Csu in Baviera.
«Ed è ora - ha aggiunto Trichet - di rafforzare il codice di condotta per i governi nazionali, in particolare il Patto di stabilità e di crescita. La chiave per uscire dalla fase di difficoltà è intervenire con più incisività nel ridurre i deficit».
E sull’euro: «La moneta unica è una valuta stabile, quanto lo sono state le valute più stabili che l’hanno preceduta, compreso il marco tedesco» e questa stabilità «vale ora per un’area valutaria con 331 milioni di abitanti». L’euro, dalla sua creazione, «si è bene affermato come una valuta credibile, di cui i cittadini dell’eurozona possono essere orgogliosi» e questo «è importante per tutti gli stati membri dell’unione, sia individualmente sia a livello collettivo, visto che tutti assieme dobbiamo affrontare le sfide dell’economia globale».
Intanto, il Pil dei sedici Paesi della zona dell’euro e quello dell’Unione europea è aumentato dello 0,3% nel terzo trimestre dell’anno, mentre nello stesso periodo quello della Ue-27 è cresciuto dello 0,5%, secondo la seconda stima di Eurostat. Il dato dello 0,3% è stato rivisto al ribasso rispetto allo 0,4% della stima flash pubblicata a novembre scorso. Nel corso del secondo trimestre la crescita in entrambe le zone era stata dell’1%.
La crescita maggiore del Pil nel terzo trimestre rispetto a quello precedente è stata, secondo la rilevazione pubblicata oggi da Eurostat, quella della Svezia (+2,1%), seguita da Lussemburgo (+1,5%) e Polonia (+1,3%). La Germania ha fatto segnare +0,7%, mentre la Francia è cresciuta come l’Italia dello 0,3%. Ferma la crescita della Spagna (+0,0%), in contrazione i dati per Grecia (-1,3%) e Romania (-0,7%). Nello stesso terzo trimestre, la crescita rispetto al secondo negli Stati Uniti è stata dello 0,6%, mentre in Giappone è stata rilevata all’1,1%.
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