L'Ocse ha pubblicato un suo Report sull'andamento economico nell'Eurozona.
Come già un pò scontato si annuncia che la ripresa in Europa c'è ma con ancora alcuni rischi. Il richiamo a Basiela III (che per le Associazioni degli artigiani e delle Pmi è un pò pesante!!) e di un rientro credibile per stabilizzare le finanze pubbliche sono i "pezzi forti" sulle quali si giocherà Euro e ripresa nei prossimi anni. Anche se da un lato maggior salute dei Conti pubblici significa stabilità la ripresa rischia di farne le spese. La scommessa su questo fronte si giocherà per il 2011 e il 2012 e saranno proprio questi due aspetti abbastanza in contarddizzione tra loro a farla da padrone nei dibattiti pubblici, sui media, e nei policies makers per le governaces dei Paesi membri della Ue e soprattutto di quelli di Eurolandia.
Ecco la sintesi del testo ripreso da La Stampa online di oggi mentre il Survey completo lo si può trovare sul sito Ocse: http://www.oecd.org/ :
Nei 16 Paesi dell'eurozona servono "piani di rientro" e regole più forti per le banche, che hanno "sottostimato i problemi, con dotazioni di capitale inadeguati e gestione della liquidità carente"
Nei sedici Paesi dell’euro è in corso una «modesta ripresa», ma «i rischi rimangono». A dirlo è l’Ocse nel suo rapporto economico sull’area euro. Secondo l'Ocse, la posizione fiscale dei Paesi dell’area euro «è peggiorata sensibilmente», e i Sedici necessitano ora di «dettagliati e credibili piano di rientro pluriennali per stabilizzare le finanze pubbliche».
Inoltre, anche nei Paesi europei le banche «hanno sottostimato i rischi, con dotazioni di capitale inadeguati e una gestione della liquidità a volte carente». Di conseguenza, occorre mettere in pratica regole più forti «in linea con quelle di Basilea 3», e le attività delle banche di importanza sistemica «dovrebbe essere monitorata con maggiore attenzione».
Infine, i meccanismi che sanzionano i Paesi che sforano i limiti di bilanci sono la «chiave» per la stabilità fiscale dei sedici Paesi dell’euro. L’Ocse invoca una applicazione «quasi automatica», e quindi non soggetta al negoziato politico, e senza escludere le sanzioni finanziarie a carico degli Stati in violazione.
Per i Paesi dell’area euro con un debito che supera il 60% del Pil, «dovrebbe essere adottata una appropriata definizione operativa della riduzione del debito». In pratica, si auspica che venga finalmente «applicato con efficacia» il criterio del debito del Patto di stabilità e crescita europeo. Secondo l’Ocse, d’altra parte, «sarà necessario un grosso sforzo di consolidamento del debito» per soddisfare gli impegni del Patto, e «in molti Paesi servirà una posizione di bilancio rigorosa per molti anni per poter tornare a livelli prudenti di debito»
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